LA GENIALITA’ DI GALONI

Quando crescono i toni del dibattito tra chi sostiene che i cantautori sono poeti moderni e chi invece di questi paragoni non ne vuole neppure sentire parlare, qualcuno dovrebbe zittire i presenti e far partire il cd di GaLoni “Troppo bassi per i podi”. All’inizio ad avere il  sopravvento sono soprattutto la sorpresa e lo sconcerto, ma ascoltando attentamente e andando dietro alle parole per coglierne il senso compiuto, via via si scopre la mano di un poeta autentico, talvolta surreale, spesso amaro, funambolo delle parole che va a coniugare con la musica, della quale egli stesso è autore con Emanuele Colandrea.

 

La prima sensazione è quella di una voce non proprio inedita (ricorda assai quella di Ligabue), ma poi scorrono immagini e sensazioni e ci si ritrova immersi in un mondo insolito, a tratti onirico. “Spara sui treni” già desta curiosità con le prime frasi: “Se non prendi sonno passa da me ho del tonno e un puzzle da finire se siamo tristi ci faremo del solletico le risate artificiali spesso aiutano…”. Il brano successivo, “Per vederti partire” è probabilmente il più “commerciale” dell’intero album, con una cadenza molto radiofonica. Ma con “Carta da parati” si torna ad una dimensione quasi irreale “Ti staccherò la carta da parati dalla schiena i costruttori edificano i vuoti di memoria….” e “Il migliore dei cecchini” va a rovistare tra gli anfratti della memoria per ritrovare “…ricordi mi dicevi nemmeno il migliore dei cecchini è capace di colpire la tua sensibilità vieni qui e scopri il mio petto dicevi è peggio dei Balcani…”. La “Ballata sulla gru” è il brano che custodisce la frase che darà il titolo all’intero progetto: “Quest’anno per Natale non farò auguri né regali solo in bocca al lupo ai cani agli orefici e ai dopati sempre in culo agli operai troppo bassi per i podi non ci saliranno mai eppure li hanno costruiti….”.Non sorprendano queste lunghe citazioni di testo poiché raramente accade di poter tratteggiare la personalità di un cantautore estrapolando frasi qua e là che se rimeditate assumono coordinate così precise. Quasi comica invece la prima frase de “I navigatori” laddove dice “E’ tanto che non ci sentiamo dalla voce ti sento dimagrita…” ma il brano assume subito la cadenza di un passo ritmato e veloce accompagnando un viaggio sui percorsi dell’immaginario. Il titolo calcistico “Ho perso il centrocampo” ci restituisce invece un GaLoni che a modo suo tratteggia ansie ed affanni sociali di tempi difficili “Convertire tutto in lire tutto incluse le tue parole poi sentire raddoppiare la mia impazienza a fine mese….”. Mentre “Tu dì loro che sto bene” è una sorta di amara lettera d’addio di un uomo che si allontana dalla vita “…e tu di loro che sto bene e che stanno bene le mie rughe sulle pieghe della mia camicia a righe…”. Richiami ambientalisti emergono da “Autostrada per cani” ma va sottolineata la raffinatezza del passaggio laddove l’artista dice “…lascia stare il mio anulare che mi son tagliato con un foglio A4 di Fabriano sarà il saldo che ci chiede l’Amazzonia o per i nostri nomi incisi come graffi sugli alberi dei parchi….”. Eppoi, “Primavere arabe” ove si coglie “…così un uomo in giacca con gli occhiali a goccia carica i suoi occhi con proiettili di gomma con i resti di una donna ti fabbrica una bomba la tiene avvolta nel suo elettrocardiogramma….” : un piccolo capolavoro affabulatorio tutto da interpretare. E si approda all’ultimo brano, “Nobel”, in cui il sarcasmo intriso di poesia accompagna alle ultime note, con la sensazione crescente che, si, i cantautori, o meglio, taluni cantautori, possono veramente essere considerati moderni poeti. Se a ciò aggiungiamo una grafica di package degna del progetto, possiamo sicuramente dire di trovarci al cospetto di un lavoro di assoluto interesse e pregio.

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