BISOGNA CAPIRE COS’E’ SANREMO

Ron e Giuliano Palma su tutti. Non perché le loro canzoni siano particolarmente belle, ma semplicemente perché questi due artisti hanno capito lo spirito del festival di Sanremo. Quale spirito? Quello di cui dice Paolo Talanca (strano, sino a pochi giorni or sono stavamo litigando, ma la musica a volte unisce più delle chiacchiere). Scrive infatti, su “Il Fatto Quotidiano” il collega: «…Uno dei più grandi fraintendimenti della società italiana – almeno negli ultimi quaranta o cinquant’anni, dopo il boom dei cantautori, dell’art-rock e del prog, quindi – è il Festival di Sanremo o, meglio, quello che dal Festival di Sanremo ci si aspetta.Sanremo è pop, un genere preciso, come il reggae; nella fattispecie è pop italiano; ancora più in profondità è uno dei più antichi e quindi resistenti sottogeneri di pop nella storia della popular music…». Ha ragione. Sottoscrivo in pieno. Ma questo cosa significa? Significa che dal Festival di Sanremo ci si deve attendere ciò che il Festival di Sanremo può dare. Niente di più e niente di meno. E cosa può dare il Festival di Sanremo, al di là delle amenità degli ospiti non cantanti (con le dovute eccezioni, vedi la grande Franca Valeri di ieri sera). Può e deve dare canzoni semplici, orecchiabili, ritmate, se possibile divertenti o anche romantiche. Deve dare insomma qualcosa di immediato, di arrivatile, di fruibile per quel grande pubblico di milioni di italiani, buona parte dei quali, con la canzone, hanno un approccio semplice, immediato e, soprattutto, sporadico ed occasionale. Questo è il pop o, quanto meno, in Italia è il pop! Certo, ci sono stati anni in cui hanno toccato le corde emotive più profonde artisti che non possiamo certo definire pop, ultimo in ordini dei tempo, Roberto Vecchioni che, quando vuole, sa arrivare alla gente come pochi altri. Ma le canzoni di Sanremo che hanno fatto la storia, che sono rimaste scolpite nel tempo…sono altre. Per questo, quando scorrendo facebook mi imbatto in persone che riservano al festival di Sanremo commenti caustici o sarcasmo dozzinale, non giudico e non commento, ma mi limito a pensare che quella è gente che non sa davvero che cosa sia il Festival di Sanremo.E in più dimentica che con il telecomando, basta un clik per andare altrove, dove il festivalone non arriva. Tutto ciò rinnovando la convinzione che il Festival così com’è concepito potrebbe essere cambiato. Anche dando spazio, come abbiamo proposto su questa rivista, all’area indipendente, dove non si muovono solo artisti cervellotici  e perlopiù incompresi, ma anche e soprattutto ragazzi che hanno delle idee e che meriterebbero un ascolto più attento.

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