QUEL CHE VORREBBE DIRE FERRIGATO

Claudio Ferrigato, cantautore veronese di lungo corso, ha pubblicato recentemente il suo nuovo album intitolato “Vorrei dirti…”. Undici tracce che rappresentano una serie di conferme, con pochi e piccoli inciampi ed una successione di brani tutti composti da lui (eccetto uno) che si snocciolano, uno dopo l’altro, in un piacevole ascolto. Ferrigato è uno che sa comporre canzoni, soprattutto laddove deve mettere mano ai testi che riesce quasi sempre a rendere convincenti per quella sua capacità, tutt’altro che frequente, di saper fare i conti con la banalità, evitandola.

L’album non parte benissimo, “La finestra di Miriam” alla fine risulterà una delle canzoni meno riuscite di questa raccolta, ma il decollo avviene subito dopo con “Non ti devi preoccupare” in cui compare la voce di Eleonora Martinelli, che ritroveremo anche in un’altra canzone e, a seguire, “L’amore che assomiglia all’amore” (una delle cose migliori scritte da Ferrigato per questo cd), interamente affidata alla voce calda e sicura di Mariapia Princivalle. E’, questa scelta di Ferrigato, di affidare interamente una propria canzone ad un’interprete, una soluzione più che condivisibile per svariate ragioni. Il cantautore sa scrivere buonissime canzoni, ma non sempre la sua voce regge e qui e là compaiono alcune incertezze che rivelano come in quei frangenti un’estensione maggiore assicurerebbe agli stessi brani una resa migliore. Proseguendo, è apprezzabile l’arrangiamento in “Luci d’inverno” e poi, in “Echi di Monet”, uno dei brani migliori del cd, ancora la bella voce di Mariapia conferisce al brano un tocco in più, diremmo una maggiore aderenza con il cantar contemporaneao. “Onde (il movimento del mare)” è un brano tutto strumentale, composto, arrangiato e suonato da Alberto Greggio, che è anche uno dei musicisti che accompagna Ferrigato nei suoi brani. “Fiori nella pioggia” pone meglio in evidenza la voce, anche questa interessante, di Eleonora Martinelli, pur se il brano non è tra quelli che indicheremmo tra i preferiti. E ci si avvia alle conclusioni con tre brani di assoluta dimensione cantautorale a coronamento di un lavoro evidentemente pensato e realizzato con attenzione ad ogni dettaglio. Si può certamente parlare di un buon album, che riesce a tratteggiare con eloquenza la personalità artistica di Ferrigato, ponendo in giusto risalto le qualità di un cantautore che sa essere ricercato senza scadere nello snobismo, che conosce i propri limiti e per questo non esita a consegnare parte del proprio lavoro a chi sa valorizzarlo in giusta misura,  che si avvale di buoni musicisti che forse non sempre negli arrangiamenti raggiungono quella pienezza musicale che in alcuni brani viene meno, ma che con i loro strumenti ci sanno fare. Tutto ciò rende “Vorrei dirti…” un album interessante e, in alcuni frangenti, piacevolmente sorprendente.

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