E’ questo “L.B.S.”, ovvero “Last Broadcasting station”, ultimo album dei Cosmic Box, è un percorso a tutto rock quasi senza respiro. Sin dal primo brano, “New Way Home”, si avvertono le caratteristiche essenziali che scandiranno anche tutte le altre esecuzioni, dieci tracce in tutto, rigorosamente in lingua inglese per questa italianissima band.
Innanzitutto la voce di Andrea Gnani, una voce che pare giungere da molto lontano e che, invece, è sempre ben presente, riconoscibile e definita, anche nei momenti musicalmente più pieni. E’ un rock, quello dei “Cosmic Box”, tutto fatto di chitarre, basso e batteria in cui ogni strumento riesce quasi sempre a ricavare l’effetto che il brano richiede. Ed è un rock che riempie la scena dell’ascolto con forza e determinazione, un rock d’autore visto che a firmare tutti i brani sono lo stesso Gnani, , con il chitarrista Andrea Cera ed il batterista Michele Massellani (gli altri componenti del gruppo sono il chitarrista Nicola Marzola ed il bassista Giacomo Tebaldi). Dopo i primi cinque brani tiratissimi, l’unica pausa la si può apprezzare con il brano intitolato “66” ove voce e chitarra si fondono in un’atmosfera rarefatta, sino ad approdare con gradualità ad una pienezza musicale più intensa e decisamente coinvolgente. Con “Through Skin and Bones”, il brano successivo, si torna al rock più aggressivo introdotto da una ritmica nuovamente incalzante che prepara il terreno all’ascolto di “L.B.S.”, cioè il brano che dà il titolo all’intero progetto ed accompagna l’ascoltatore verso gli ultimi due brani con quello di chiusura, “Osmose”, che riporta alla forza delle prime tracce e quindi all’essenza della band. Un buon lavoro, senza sbavature né troppe incertezze. Anche se, in un mondo rock sempre più affollato, è francamente ogni giorno più difficile individuare una cifra artistica distintiva, almeno limitandosi al primo ascolto. Il cd è prodotto dall’etichetta Alka Record Label.
