Il Premio Tenco non ci sarà

La scure della crisi ha colpito anche il Premio Tenco. La storica rassegna sanremese quest’anno non si svolgerà per mancanza di finanziamenti. Lo ha annunciato il Club Tenco con un comunicato che però riserva solo poche righe a fondo pagina a quella che è invece una notizia di tutto rilievo. E’ difficile comprendere la ragione di questo semioccultamento da parte di chi ha seguito e curato il progetto per 37 anni, facendolo diventare un approdo sicuro per decine di cantautori italiani e stranieri. Che il Premio navigasse in cattive acque lo si sapeva da tempo. Che potesse arrivare ad una interruzione, che il responsabile artistico Enrico De Angelis auspica sia solo una sosta, è invece questione ben più grave poichè è notorio come le manifestazioni a cadenza annuale, dopo una “sospensione”, ben difficilmente possano riprendere il loro cammino.

 

Chi ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti quest’anno ben difficilmente sarà disposto a riaprirli l’anno prossimo. Soprattutto se pensa di essersi alleggerito di una “zavorra” che di questi tempi può pesare più che mai. Sui chiaroscuri di questa manifestazione abbiamo già avuto modo di esprimerci. Grandiosa l’intuizione, 37 anni or sono, del buon Rambaldi, vivaista sanremese con la passione della musica, che volle fortemente dedicare un omaggio a Luigi Tenco dopo la tragedia del Festival di Sanremo del 1967.  Intorno al suo progetto si riunirono tutti i nomi più belli del cantautorato nostrano, da quelli più noti a quelli in fase di ascesa. Finita l’epoca Rambaldi, l’avvento di De Angelis portò un nuovo corso alla rassegna, che forse acquisì in taluni frangenti tinte più professionali e saperi più consoldati in fatto di musica, ma perse via via lo smalto dei primi anni. De Angelis non ha la spontaneità e la simpatia di Rambaldi, ha i toni di chi ama menar le danze ed un modo di interagire talvolta imbarazzante. Può non significare nulla per i destini di una rassegna che, comunque, sino allo scorso anno è rimasta, sia pure con qualche esitazione in più, la rassegna dei cantautori per eccellenza. Ma la sensazione oggi è che il Premio Tenco sia giunto al capolinea. Più in generale potremmo dire che ogni manifestazione culturale che chiude i battenti rappresenta un impoverimento progressivo per il nostro Paese. Ma la sensazione è che a pochissimi importi più di tanto. A cominciare dai vertici Rai costretti, per mantenere l’esclusiva sul festival di Sanremo, ad acquistare un “pacchetto” che prevedeva svariate altre iniziative della città dei fiori, tutte da mettere in onda, tra le quali anche la Rassegna Tenco (che quindi  sui canali nazionali ci è arrivata perchè inserita con il bisturi, non per reale convinzione dei responsabili della programmazione). E puntualmente la Rassegna Tenco sui canali Rai è andata in onda per alcuni anni nel cuore della notte a testimonianza della “convinzione” con la quale era stata accettata nella trattativa con il Comune di San Remo. A voler cercare ulteriori testimonianze di un palese disinteresse, oltre all’inspiegabile comunicato diramato dal Club Tenco e probabilmente edulcorato per non perdere i favori di qualche “amico” influente, che potrebbe ancora tornare utile, è il quotidiano “La Stampa” che ha annunciato che il Tenco “salterà” con una breve nota nel taglio basso della pagina degli spettacoli e, addirittura, il giorno stesso dell’uscita della notizia, nelle pagine online del quotidiano torinese riservate alla provincia di Imperia, la notizia neppure compariva. Tenco appare ormai “Lontano, lontano”, come recitava una delle sue canzoni più belle. Ed è forse ancora più scomodo di quanto già non lo fosse in vita

 

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