Giulia Tripoti, “arrovesciata” con rabbia

“Arrovesciata” è il titolo del nuovo cd di Giulia Tripoti, un lavoro che mostra con evidenza la sofferenza di un percorso, la rabbia di un’appartenenza, il bisogno di far sapere ed una dimensione artistica che si coniuga con l’impegno politico e sociale, pressochè onnipresente nelle canzoni della cantautrice romana. Un cd difficile, perchè deve tenere conto di diversi modi di pensare, di diverse convinzioni e deve però riuscire ad andare oltre, portando messaggi forti, che sono e comunque rimangono canzoni. (All’interno il video-promo della presentazione del cd)

 

S’inizia con un brano surreale e divertente, “Gli elefantini arrovesciati”, ritmato, radiofonico. Ma Giulia fa capire sin dal brano successivo che il suo lavoro non è stato concepito per essere adagiato su di una comoda amaca fatta di pop un po’ pazzerello alla ricerca del facile ascolto. “Questa valle che resiste” ci riporta con prepotenza al dramma della Valle Susa, a quella gente che continua incessantemente e con coraggio ad opporsi ad un progetto sciagurato che si chiama Tav, ma che più realisticamente va interpretato come la devastazione di una valle, lo scempio di una comunità, il disprezzo più bieco nei confronti dell’ambiente. E come un collegamento di idee, la Valle che resiste conduce la cantautrice ai valori della Resistenza, quella di “Fischia il vento”, canto partigiano rielaborato che ci ricorda nell’interpretazione la migliore Anna Identici. Una pausa ed anche una piccola caduta con “Cuore guaina”, forse il brano meno felice dell’album per poi tornare con veemenza a “Scendo in piazza”, cioè alla Giulia Tripoti donna di sinistra, con l’orgoglio della sua appartenenza ed un entusiasmo che sa di tempi andati. Il brano successivo, “Acqua controcorrente”, la cantautrice lo scrisse ed interpretò nella primavera del 2011 allorquando un referendum delirante sottopose agli italiani l’ipotesi della privatizzazione dell’acqua pubblica. Giulia canta questa canzone in romano, come farà poi con altri due brani successivi. Si torna ai canti partigiani con “Siamo i ribelli della montagna” che precede una ninna nanna dedicata ai bambini palestinesi uccisi dalle bombe israeliane nell’operazione “Piombo fuso” (2008/2009). “Tango dentro” è un brano più lieve che volteggia nel cd e precede “Stai a dormì”, canzone con la quale Giulia Tripoti si aggiudicò l’edizione del 2009 di Biella Festival Autori e Cantautori. “La torre di Valerio” è quasi una piéce teatrale, molto intensa, rabbiosa, che Giulia ha adattato ad un testo di suo padre Federico, in seguito ai gravi fatti accaduti in occasione di un attacco di naziskin al centro sociale “La Torre” di Roma. Ed un che di teatrale lo si ritrova anche in “Stasera escort”, brano tratto dallo spettacolo di Claudio Spadola “Commedia nera delle puttane”. Spadola è coautore di diversi brani di Giulia. Ed eccoci a quello che personalmente considero il gioiello di questo cd, l’ultimo brano (conclusione migliore non avrebbe potuto esserci) che si intitola “Questo mio amore”, cantato da Giulia e Giuliano Contardo, elaborazione della stessa Tripoti, su musica e testo originale di Fausto Amodei. Un brano d’intensa poesia, che si colora di emozioni grazie all’alternanza di due voci davvero splendide. Un brano che può avvicinare alla cifra artistica di Giulia anche chi non ne condivide l’ideologia, riportando essenzialmente la canzone in un alveo puramente musicale.

 

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