“G” DI D.In.Ge.Cc.O: DIECI TRACCE E TANTI INCIAMPI

Non per la prima volta su queste pagine ci tocca constatare come fare musica elettronica sia esercizio tutt’altro che semplice. Certo, il mezzo elettronico parrebbe più facile da padroneggiare rispetto alla difficoltà esecutiva della strumentazione musicale classica. Tuttavia non è così.

L’uso dell’elettronica esige una sensibilità estrema, una misura rigorosa, perché risulta tremendamente facile cadere in qualcosa che suona in modo “eccentrico”. Il cheap (nel senso di eccessivamente semplificato), l’inespressività emotiva, il gelo o l’angosciante (quello involontario: talvolta questo aspetto è invece voluto e cercato), sino all’estremo del grottesco, sono sempre dietro l’angolo. In questo “G” di D.In.Ge.Cc.O ( al secolo Gianluca D’Ingecco), l’impressione è proprio che tutti questi tranelli siano, in parte o in pieno, presenti. Specie i primi due. Molti brani, nonostante l’inserimento di effetti, voci, suoni, non riescono ad uscire da una riproduzione piuttosto didascalica di una serie di mood classici e già abbondantemente sfruttati del genere. Spesso la linea sembra seguire la scuola dei Kraftwerk, pietra miliare dell’Elettronica, ma senza mai fornire apporti davvero personali o alcunché di innovativo. La maggior parte dei pezzi risultano così dei puri esercizi di tecnica, gelidi, che non tolgono e non aggiungono nulla all’ascolto, come per esempio in “Sunlinesudr”, o nella stessa “Birthday will exist 4 ever”, che apre il cd. Verso la fine del lavoro, subentrano suggestioni un po’ più melodiche ed emotive (“Earth loves Pluto”) che però non riescono mai davvero ad “agganciare”, e restano in gran parte meccanicistiche. Un lavoro riservato solo agli appassionati di electro-techno di stretta osservanza.
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