ELYSSA VULPES: IN UN ALBUM UN AMORE FINITO

La celebrazione – e forse la personale sublimazione – della fine d’un rapporto d’amore. A questo fa pensare l’ascolto di “Mercy”, ultimo lavoro della poliedrica autrice Elyssa Vulpes, italianissima ma trapiantata nelle fredde lande scozzesi. Sette brani che alternano la lingua italiana all’inglese. Sette sfaccettature di un distacco che, come spesso accade, porta in sé rabbia e dolore, ma anche prospettive di cambiamento e di rinascita.

“Addio” è l’eloquente primo brano della raccolta, un tango lento ornato da un accorato contorno di violini. Segue il pezzo che dà il titolo al lavoro, “Mercy”, dalle forti influenze celtiche. “Ce la farò” esprime la risolutezza di superare il dolore, con uno stile che richiama vagamente certe atmosfere new celtica alla Enya, mentre “Tutto intorno è ombra” è la riproposizione di una melanconica ballata del repertorio di Elyssa. Anche “She’s not alone” ripropone il tema musicale della ballad sorrretta dalla chitarra acustica, mentre l’atmosfera cambia in “Buonanotte amore mio” con un ritmo che richiama gli anni ’60, in una rivisitazione un po’ in stile Nina Zilli, ma che anche qui ricorre alla rifinitura di un violino dal suono irish fiddle. Un lavoro introspettivo, forse a tratti un po’ dolente, ma di sicura qualità.
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