DEVOCKA, ELOQUIO SU TAPPETO ROCK

Difficile chiamare “canzoni” i brani che si susseguono nel cd “Meccanismi e desideri semplici” della band ferrarese Devocka. Su un tappeto rock più o meno spigoloso, con inserimenti elettronici – peraltro di buon livello – e di drum-machine, si srotola l’eloquio più che il canto del vocalist Igor Tosi.

 

 

I pezzi risultano infatti più declamati che cantati. Sussurrati, urlati, recitati, ma solo di rado e brevemente si percepisce un tentativo di intonazione musicale. Le atmosfere sono invariabilmente cupe, tra suggestioni dark e quasi poetiche (come in “Un bacio cieco e interminabile” o “Siamo già finiti”) a sfoghi urlati, rabbiosi, dissacranti (“Bestemmia”, “Maledetto”) . Piccolo difetto tecnico: in alcuni casi la linea musicale risulta all’eccesso tracimante sopra la voce, rendendo poco fruibile il testo, anche quando ascoltato in cuffia, come ad esempio in “Nel vortice” ma non solo. Un lavoro senz’altro diverso dal solito, originale, riservato ad appassionati del genere, e ad anime particolarmente tormentate.

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