CARLOT-TA, “MURMURE” E CORAGGIO

Recensire un album come quello di Carlot-Ta, “Murmure”,  significa poter scrivere ciò che raramente è possibile riportare. Perché questo è un album certamente lungamente pensato, caratterizzato da undici tracce che non hanno quasi cedimenti, affidato ad una voce, quella di Carlot-Ta, che sa essere dolce e penetrante nello stesso tempo ed a musicisti che con maestria sanno integrare i suoni dei loro strumenti con lo strumento che in questo progetto va a ricoprire il posto d’onore: l’organo.

Ma non un qualunque organo, né lo straordinario Hammond che ha un ruolo di primissimo piano nella storia della canzone internazionale. No, qui parliamo di organi da chiesa e, precisamente, gli organi della chiesa d San Silvestro di Chiaverano e di quello della chiesa di San Bernardino di Vercelli. Strumenti imponenti ed importanti ai quali Carlot-Ta si è accostata con umiltà e determinazione. Ne è scaturito un prodotto finale coraggioso, rischioso per gli orizzonti insoliti che è andato ad esplorare, ma anche entusiasmante per la sua forza identitaria. Carlot-Ta canta in inglese ed in francese ed offre già con il primo brano, “Virgin of the Noise”, che impone subito la piacevole ed a tratti sorprendente fusione tra il suono profondo e grave dell’organo, la voce della cantautrice (il progetto è frutto della collaborazione tra Carlot-Ta e Christopher Ghidoni) e la fusione del tutto con strumenti comunque mai scontati, per approdare ad un risultato assolutamente convincente. “Sparrow” ha una bella linea melodica e sapienti arrangiamenti (in questo album più che mai importanti).  “Garden of love” scivola via con  una bella fusione di suoni, mai banali. “Conjunctions” appare invece come un brano meno incisivo degli altri, ma non perché vi siano cedimenti dal punto di vista musicale, ma forse solo perché risente di una minore fruibilità. Carina anche “Sputnik 5”, forse il brano meno pretenzioso dell’intero progetto, ma un po’ di leggerezza a quel punto ci sta (siamo a metà dell’ascolto dell’album), anche per riagganciarsi ad una dimensione pop che in questo cd appare deliziosamente austera. Ma si torna a volare alto con “Samba Macabre” che proprio il suono profondo e ripetitivo dell’organo rende tale; il brano non appare immediatamente “bello”, ma è gradevolmente ossessivo come seve essere l’atmosfera che riesce a creare; il contrasto con le percussioni suscita curiosità- E si mantiene un profilo alto con il bellissimo “Le valse du conifère”, che definirei un “valzer ricco” per le sue sonorità che non tradiscono la cadenza del più tradizionale valzer, ma incuriosisce ed entusiasma per la calibrata di suoni e voce al cospetto dell’imponenza dell’organo. Ancora una bella canzone è “Minstrel”, che propone un’atmosfera delicata, una sorta di cammino cadenzato in una dimensione onirica. “Churches” è invece una cantilena che la voce di Carlot-Ta rende carezzevole e la pienezza musicale vincente. E ci si avvia verso la fine con “Glaciers”, brano che più di altri consente di apprezzare la bella voce di Carlot-Ta per approdare al capolinea con “To the Linghthouse” in cui voce ed organo si “parlano” e si incontrano per andare a formare un brano avvolgente finchè esplode  la personalità prorompente dell’organo per un gran finale. E’ “Murmure” sicuramente un bel cd che già in fase di preparazione aveva suscitato interesse e curiosità. Uno di quei lavori che “segnano” una carriera artistica. Per questo merita ricordare che il produttore è Paul Evans; che l’album ha avuto il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Siae (progetto “Illumina”) e che con Carlot-Ta hanno suonato Paolo Pasqualin, Loris Stefanuto, Christopher Ghidoni, Cecilia Lasagno e Marco Pasquino.

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