DEVE VOTARE LA GENTE….MA SE VOTA LA GENTE…

Lo confesso. Mi spiace molto dover dare ragione alla collega che lo scorso anno, al termine del Festival di Sanremo, seccata per la mancata vittoria di Elio e le Storie Tese, ebbe a dire che non si dovrebbe più dare la facoltà di voto al pubblico riservandolo, come avviene al festival del cinema di Cannes (paragone suo ) solo ad una giuria di esperti (leggi i giornalisti della sala stampa). Avevo colto quella sorta di sfogo come un’ammissione di supponenza che, in un contesto popolare come quello sanremese, non ha ragion d’essere. Questa notte però, dopo aver assistito, nella sezione “nuove proposte”, alla vittoria del rapper Rocco Hunt  (con il voto della giuria popolare) ed al riconoscimento a Zibba del premio “Mia Martini” attribuito dalla critica (cioè dai giornalisti della sala stampa del teatro Ariston), per qualche istante ho ripensato a quanto aveva affermato la collega lo scorso anno ed un poco mi sono riconosciuto in quelle parole. E non tanto perché tra i 42 voti che hanno attribuito a Zibba il premio della critica ci fosse anche il mio, ma perché non riconoscendo al rap una valenza musicale, non posso evidentemente applaudire alla vittoria di un rapper nel tempio della canzone italiana. Anche se è napoletano (e sappiamo quanto la canzone italiana storicamente deve alla canzone napoletana) ed anche se in uno dei suoi versi dice “siamo la terra del sole non la terra dei fuochi” con un riferimento palese ad un fatto gravissimo di estrema attualità, che in genere tanto piace ai colleghi giornalisti. Evidentemente in sala stampa siamo in tanti a pensare che il rap non sia musica e che una canzone dovrebbe, per essere tale, continuare ad avere una linea melodica, una sezione di canto e, in un contesto come quello sanremese, anche un ritornello che si faccia ricordare. Zibba questi ingredienti ce li ha messi tutti e, ciò che è davvero importante, senza banalizzare il “prodotto canzone” tanto da risultare, dal punto di vista cantautorale, l’espressione più nuova ed interessante di questo festival. La vittoria tra le “nuove proposte” di Rocco Hunt in qualche modo risponde alle attese di chi ieri mattina in sala stampa lamentava il fatto che il cast degli ospiti sembrerebbe pensato più per un pubblico anziano che non per i diciottenni. Ecco accontentati anche i diciottenni! Ma prima di parlare di un cast di vecchi, forse chi ha mosso il rilievo avrebbe dovuto ricordare che quest’anno la Rai celebra 60 anni e che a fare la storia della Rai e quindi della televisione italiana, in questi 60 anni, sono stati le gemelle Kessler, Renzo Arbore, Franca Valeri, Pippo Baudo, Raffaella Carrà e tanti, tantissimi altri. Non ancora i rapper. Chissà, tra altri 60 anni potrebbero esserci Rocco Hunt ed altri rapper a celebrare i 120 della Rai. E qualche collega un po’ distratto, proprio come avviene in questi giorni, potrà dire che si tratterà di una celebrazione che non avrà tenuto  conto dei diciottenni…..

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