1964, Gigliola Cinquetti E non c’è niente da ridere!

Cinquant’anni or sono, alla quattordicesima edizione del Festival di Sanremo, che ancora si svolgeva al Casinò della cittadina ligure, vinse, anzi, trionfò la sedicenne Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età”. Il video del momento della ripetizione della canzone vincitrice ci sta tutto. E non c’è niente da ridere. Lo dico anticipando il sarcasmo di coloro che vedendo quella giovanissima interprete vestita da educanda ed ascoltando la sua canzone che oggi definiremmo una banalità assordante, ma che allora era di una semplicità vincente, crede di poter esaurire l’argomento con una grassa risata. La prima domanda che dovremmo invece porci tutti quanti è: nel 2064, ammesso che ancora ci sarà il Festival di Sanremo, ma quand’anche non ci fosse più, chi degli artisti che oggi calcano quel palcoscenico sarà ancora ricordato?

 

Gigliola Cinquetti, oggi splendida sessantaseienne, come ha rivelato una sua recente apparizione televisiva, la ricordano ancora quelli che c’erano, ma anche per chi non c’era non rappresenta solo un nome sconosciuto di un volto mai visto. Per non dire di alcuni brani di quell’edizione: penso in particolar modo a “E se domani”, di Giorgio Calabrese e Carlo Alberto Rossi, canzone eliminata dopo la prima esecuzione, piazzatasi al penultimo posto assoluto, eppoi ripresa di Mina e divenuta una hit internazionale. Penso a “Ogni volta” che rivelò Paul Anka al pubblico italiano. Penso a “Un bacio piccolissimo”, scritta da Giovanni Ornati e Gino Mescoli ed interpretata da Robertino e Bobby Rodell, che proprio in questi mesi stiamo riascoltando quale colonna sonora di un popolare spot pubblicitario. E, ancora, “Una lacrima sul viso”, pietra miliare nella carriera artistica di Bobby Solo, volto arcinoto della canzone italiana negli anni del “boom”. O anche “Venti chilometri al giorno”, divenuto uno dei brani più noti di Nicola Arigliano, talentuoso e raffinato cantante italiano, apprezzato, sino a pochi mesi dalla sua morte, nei più ricercati ambienti del jazz italiano. Vogliamo fare un giochino? Vogliamo tornare indietro non di 50 anni, ma soltanto di dieci e vedere che cosa è rimasto del Festival di Sanremo del 2004? Vinse Marco Masini con “L’uomo volante”, brano che più nessuno ricorda. E chi si piazzò dietro di lui? Attenzione, faccio solo i nomi, neppure i titoli dei brani: Mario Rosini, Linda Valori, Paolo Meneguzzi, Bungaro, Massimo Modugno (cognome noto solo perchè figlio di Domenico Modugno), Stefano Picchi, Morris Albert….devo proseguire? Non credo sia il caso. Non è rimasto nulla, né degli interpreti né delle canzoni. E sono passati solo dieci anni. Per questo, ripartendo dall’inizio di questo intervento, ribadisco che non c’è nulla da ridere nel riascoltare, sia pure con un po’ di tenerezza, una Gigliola Cinquetti adolescente, tutta intenta e compita nel dirci “Non ho l’età”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *