“URLO GIGANTE” PRIMO ALBUM DI GULINO

E’ da qualche tempo in circuitazione “Urlo gigante”, il primo album da solista di Gulino, già voce della band Marta sui Tubi. Sono undici tracce realizzate in stretta collaborazione con il compositore e pianista Andrea Manzoni ed indubbiamente restituiscono al pubblico una voce di forte personalità alle prese con un progetto non semplicissimo nella sua struttura d’insieme, ma caratterizzato da pezzi che sanno farsi ascoltare quasi tutti per una ragione diversa.

S’inizia con “Bambi”  che, per chi ancora non conoscesse Gulino,  svela subito una voce forte e decisa, un buon testo ed una buona linea melodica con una musicalità rokkeggiante fatta di suoni pieni, ma mai invasivi. “Un grammo di cielo” è sostanzialmente una conferma dal punto di vista vocale e sviluppa un percorso musicale non scontato e coerente.  “Fammi ridere” desta qualche perplessità in quei frangenti in cui Gulino sovrappone tante frasi, una dopo l’altra, in una dimensione metrica strettissima; ne risente il testo, ma non la musicalità del brano che, anzi, risulta piacevole. “Albergo a ore” è un titolo un po’ evocativo, che ci riporta ad una vecchia canzone di Herbert Pagani, ripresa anche da Ornella Vanoni e, concettualmente, anche a “Il portiere di notte” di Enrico Ruggeri; qui però nulla hanno da spartire le storie conteute nei due brani succitati, la voce di Gulino esce ancora più determinata e colgo la frase “…un fiore mi cresce sul palmo…” che mi riconduce alla copertina dell’album ove viene graficamente raffigurato quel concetto; e colgo anche un ottimo pianoforte che dà colore all’insieme.  Segue quindi “Parapiglia”, curioso minibrano di soli 45″, poco più di un sospiro. Si rafforzano i toni invece in “Sto”, pezzo quasi virulento, almeno vocalmente, con un buon testo ed ancora non sfugge il pianoforte. “Dormiveglia” è invece un brano che definirei estenporaneo, una composizione che sa di arte contemporanea, vale a dire che dovrei capire che non ho capito cercando di spiegare ad altri ciò che ho udito, facendo credere che ho capito; semplicemente  non mi ha convinto nè come testo, nè come musicalità. “Tra le dita” è invece una canzone con un buon mordente ed un giro di note che rimane e mette in campo la capacità di entrare in una certa dimensione con un testo che esprime un paio di concetti che si rincorrono riuscendo a dare un senso narrativo. “Lasciarsi insieme” con la partecipazione di Matthew S. e La rappresentante di lista è, a mio parere, il brano più bello dell’intero progetto: lo è dal punto di vista musicale, lo è ancor di più dal punto di vista vocale poichè l’intreccio di voci è splendido e mi permette di scoprire questa “rappresentante di lista” non neglio identificata che ha però una voce interessantissima. Si torna ad una fruibilità meno complessa con “Sballamore” per poi chiudere  con “Il tempo lo dai tu”, altro minibrano (1′ e 46″), piacevole nella sia brevità, ma anche nella sua originalità. “Urlo gigante” è nell’insieme un album di ottima musica, senza dubbio. Un album che mette in campo professionalità consolidate, ma anche il gusto di una ricerca musicale che non va mai sopra le righe. Non sempre e non tutto risulta convincente ed è normale, ma la sensazione di avere ascoltato un progetto interessante rimane ed il desiderio di un riascolto, almeno di alcune delle tracce, è il miglior sintomo di un obiettivo raggiunto.

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