“TUTTO DA RIFARE” MA PER GLI STRIKE E’ FESTA DI MUSICA

E’ di recente pubblicazione “Tutto da rifare”, album degli Strike che comprende dieci tracce pubblicate con l’etichetta Alka Record Label. Si tratta di un progetto tutto calibrato sulla musicalità, che si avvale di una formazione in cui l’uso dei fiati assume via via contorni sempre più definiti ed importanti.

Ma già uno scampolo di quel che risulterà essere questo disco all’ascolto emerge dal primo brano, “Tutto da rifare” che in estrema sintesi mette in risalto tre aspetti: ottima fruibilità, dimensione strumentale collaudata e ben strutturata, buona vocalità di Antonio Dondi, cantante di scuole precedenti rispetto a quelle troppo omologate di ultima generazione. Del resto, gli Strike sono in scena da oltre trent’anni ed hanno condiviso palcoscenici importanti con il meglio dell’espressività musicale italica dell’ultimo quarto di secolo. Il secondo brano, “L’onda lunga delle cose sincere”, pare attingere musicalmente alle origini del gruppo e fors’anche ancor prima, a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80. “Trasparente” apre con una bella ritmica che “arriva” immediatamente. In “Mantra pop” invece, almeno nelle battute iniziali, la voce pare farsi più graffiante ed anche in questo caso il brano acquista via via sempre più capacità coinvolgente. Si rallenta un poco con “Chi siamo”, ma la struttura musicale rimane solida e convincente. “Resta in attesa” lascia spazio ad una riflessione: i testi non sono mai gran cosa, ma neppure si è in questo contesto alla ricerca di particolari ricercatezze; fondamentale è che anche i testi siano funzionali alla musicalità dei brani in questo gioco d’insieme che, alla fine, risulta sempre coerente con quel pop/dance che percorre tutte le tracce. “Marzapane” è una canzoncina sprint che corre rapida e divertente mentre “Il ricordo di una vita” vorrebbe conferire all’insieme una dimensione più intimista, ma forse qui per la prima ed unica volta la pienezza musicale si fa un po’ pesante. Ci si avvia alla conclusione con “Voi non capirete”, fruibile e musicalmente ricco e con “Che ci rimane”, altra canzone all’insegna della fruibilità, musicalmente impeccabile con un finale che propone alcune variazioni sul tema, sino ad eclissarsi. Non si può che dire bene di questo lavoro degli Strike, che mettono in campo professionalità ed esperienza per la realizzazione di un prodotto gradevole e dinamico, che non ha la pretesa di essere memorabile, ma che neppure accusa cali di tensione troppo vistosi.

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