Steby, “Troppo rumore”….non basta

La prima impressione che si ricava dall’ascolto di “Troppo rumore”, primo album di Steby (Stefania Bianconi), giovane cantante di Latina, è una rassicurante sensazione di avere a che fare con un’artista che sa come disporre della propria voce, ne è assolutamente padrona, ha la consapevole determinazione di chi sa di avere doti non comuni. Insomma, ha il mordente di chi non parrebbe alla sua prima esperienza discografica. Ciò che desta però talune perplessità è buona parte delle canzoni contenute nel cd. (All’interno il brano che dà il titolo all’album)

 

Brani discretamente impostati, con testi discreti, arrangiamenti discreti, discretamente anonimi. Ed un prodotto discreto è quasi sempre destinato ad un gradevole ascolto, ma ad un rapido abbandono. Alla fine la sensazione è quella di chi è salito su di una Ferrari, ma l’ha condotta come una 500. Non c’è un particolare rilievo da muovere, dal punto di vista degli arrangiamenti e delle esecuzioni, ascoltando i brani del cd ed anzi, alcune belle aperture lasciano ben sperare allorquando ci si accosta al primo brano “Anche la luna”. Ma le promesse via via si assopiscono. Ed a tratti i brani si somigliano. Si ridesta in qualche modo l’ascolto con “Sabato sera è qui”, canzone roccheggiante affrontata con la giusta aggressività da un’artista che in questo cd più frequentemente si destreggia tra neomelodico e pop. E si conclude con una radiofonica “Troppo rumore” che dà anche il titolo all’album. Dodici canzoni, probabilmente ne sarebbero bastate otto per limitare quel senso di ripetitività che talvolta pervade chi ascolta. Ma, soprattutto, la speranza di sentire presto la voce di Steby alle prese con brani che possano meglio e più a fondo rimarcarne le caratteristiche e le potenzialità, facendone un “prodotto” più identificabile e con maggiore personalità.

 

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