“SONO FATTO COSI'”, L’ALBUM IDENTIKIT DI NYCO FERRARI

E’ di recentissima pubblicazione “Sono fatto così”, il nuobo album di Nyco Ferrari, un personaggio che ha a lungo viaggiato tra Londra, Dublino, Parigi e Shangai, facendo diversi mestieri, tra i quali il musicista e, dopo un’ultima puntata a New York, è tornato a Milano per racchiudere in questo progetto il suo modo di pensare alla musica. Come speso faccio, prima di addentrarmi in ogni singolo brano, rifletto sull’impatto di questo lavoro al primo ascolto: dieci brani sono troppi, otto sarebbero bastati evitando l’inserimento di un paio di canzoni francamente bruttine. Ravviso poi un certo abuso del cosiddetto linguaggio corrente (leggi scurrilità) che Nyco avrebbe potuto limitare, visto tra l’altro che dimostra di saper scrivere testi molto efficaci.

Ma venimo alle canzoni: s’inizia con “Sono fatto così”, cioè il brano che dà il titolo al progetto, interessante soprattutto musicalmente.  “La verità” ha una buonissima linea melodica e comincia a farsi largo anche la capacità testuale del cantautore. “Lecca lecca” è il pezzo migliore dell’album, intenso, coinvolgente e fruibile pur senza essere banale. “Vaffan…” ha un andamento veloce ed anche un buon testo (vaffan a parte). “Hey” è un brano piacevole, caratterizzato dall’agilità del testo e da un bel quadro strumentale che apre un piccolo squarcio di ottima musica. Decisamente meno felice è “Vada come vada” che, nonostante una buona base ritmica risulta un po’ inconsistente. Le cose non vanno meglio con “Girasoli” mentre “Bembada” è un curioso esercizio di virtuosismo vocale con radici rap che di fatto nulla aggiunge e nulla toglie al progtto. “Tapim Tapum” è un rap in lingua francese e, sinceramente, bastavano quelli in italiano. E si va  chiudere con “Un uomo”, testo molto bello, buona ed abbastanza immediata la linea melodica, ma poco convincenti gli arrangiamenti e sgradevoli quegli “strappi” di chitarra troppo ripetuti. In conclusione, facendo la tara di quel paio di brani meno riusciti, si può certamente parlare si un buon lavoro complessivo e delle potenzialità di Ferrari che, a mio avviso, dovrebbe giocarsi di più la carta dei testi che in un paio di brani raggiungono livelli davvero notevoli.

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