SETTE MERAVIGLIE IN DODICI TRACCE CI MOSTRA LE SUE “CICATRICI”

E’ uscito recentemente “Cicatrici”, il nuovo album di Sette Meraviglie (al secolo Edoardo Foglia, cantante romano). Dodici tracce che avrebbero potuto esprimere lo stesso assunto artistico anche se fossero state sei, cioè se la questione si fosse risolta con un Ep. Con in più il vantaggio di scongiurare quel subdolo rischio della noia che, sinceramente, ad un certo punto, fa capolino quando il capolinea appare ancora lontano. Detto questo, non si può comunque dir male di questo lavoro, soprattutto dal punto di vista musicale e degli arrangiamenti. Qualche perplessità in più la destano i testi che paiono troppo ripiegati sulle esigenze strumentali.

Si parte con “Adesso no”, suoni puliti e buona fruibilità. “Ok” (con la partecipazione di Pseudego) suscita curiosità per il buon arrangiamento e “Incenso” pone in risalto la “fusione”, a volte eccessiva, tra musica e voce, limite che pare trovare rimedio in “Bugie”, brano in cui il cantato assume contorni più definiti e l’insieme va in scioltezza su di una struttura assolutamente contemporanea. “Ramen” ha una buona linea melodica e rivela una sua delicatezza che è, a ben guardare, uno dei presupposti di tutto questo progetto. “Saturno” (con la partecipazione di Sick Luke) è al giro di boa dei dodici brani racchiusi nell’album ed un po’ di stanchezza affiora. Una piccola scossa mi arriva da “Sailor Moon” (con la partecipazione di Youg Kali), canzone più ritmata così come scorre piacevole anche “Trip” mentre in “Via da qui” la voce si fa quasi strumento. Ci si avvia verso la fine, in realtà aspettando quel colpo d’ala che non arriva neppure con “Dimmi di si” mentre “Buio” assume contorni evocativi e tonalità più profonde, anche se la linea melodica non è dissimile da quanto sin lì ascoltato. Ed eccoci al capolinea con “Stagione triste” che porta folate di musica suscitando un po’ di sorpresa, ma il brano di per sè non ha molto altro da offrire e si chiude in meno di due minuti. Come scritto poco sopra, “Cicatrici” ci fa conoscere i contorni di un artista che pur avendo assunto il nome d’arte Sette Meraviglie, in questo lavoro di meraviglioso non ha molto da esibire, ma i brani sono comunque piacevoli, lui è sostanzialmente un rapper che prova a cantare, avvalendosi di svariati artifici elettronici. Nulla di memorabile al di là di una buona fruibilità, un po’ diluita soltanto da un eccesso di tracce.

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