RUGGERI: «LA PAURA BLOCCA LE IDEE»

Enrico Ruggeri, in questi giorni in tour con il duo Ale & Franz, protagonisti dello spettacolo “C’era un tedesco, un francesce e un italiano…”, in una pausa, fa qualche riflessione sul difficile momento della canzone d’autore e non e sugli orizzonti aperti dalle nuove tecnologie.

Enrico, si percepiscono affanni dal mondo musicale in vari ambiti. Quali le cause e le conseguenze di questo diffuso malessere?

Il vero problema è che la contrazione delle vendite discografiche, che perdura ormai da tempo, ha provocato una paura generalizzata. La paura di non piacere, di non riuscire a fare il pezzo giusto, di non farcela a farsi ascoltare. E per cercare il successo ad ogni costo, si rincorrono le mode, si rischia pochissimo, non si va alla ricerca di dimensioni nuove e per queste ragioni, sempre più raramente, ci si imbatte in novità vere, in scelte coraggiose.

Per Enrico Ruggeri la dimensione indipendente rappresenta un nuovo stato, dopo avere lavorato per decenni con le major discografiche. Perchè questa scelta?

Da qualche anno ho una mia etichetta, ma in questa scelta non va letta alcuna contrapposizione. La distribuzione dei miei lavori continua comunque ad essere affidata ad una major. Semplicemente mi andava di rendere più completa la mia autonomia artistica, che per altro non è mai stata insidiata, avviando un percorso più personalizzato.

Internet è una dimensione che, in questi anni, ha agevolato la comunicazione e lo scambio in termini globali. Nel mondo musicale però, ha spalancato le porte ad una moltitudine di sedicenti artisti, spesso privi di talento, che vanno a condividere gli spazi di chi invece il talento ce l’ha e rischia di vederlo soffocato. E’ giusto tutto ciò?

In realtà è una questione che si poneva sin dagli anni Ottanta, quando facevo il Festivalbar e mi trovavo ad avere a che fare con tante meteore semisconosciute che calcavano lo stesso palcoscenico di artisti riconosciuti. Internet ha reso ancor più evidente questo aspetto anche perchè oggi un cd lo può fare chiunque. Bastano poche attrezzature ed i costi sono limitati. Ciò ha fatto si che la ricerca di un prodotto di qualità su internet sia come la ricerca dell’ago in un pagliaio. Si tratta di una situazione caotica dalla quale non so se e come usciremo.

E’ vero che oggi i dischi si vendono solo facendo i concerti?

Assolutamente si. Facendo i concerti ed il “firma copie” nei centri commerciali. Del resto, non esistono neppure più i negozi che vendono dischi.

L’ultima produzione “ruggeriana”?

S’intitola “In un Paese normale” ed è stato realizzato anche un video con la partecipazione di “Ale & Franz”, con i quali condivido diversi palcoscenici in queste settimane.

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