“QUESTIONE DI CORDE”, ADOLFO DURANTE INCONTRA LE “SUE” CANZONI

Ci occupiamo raramente di cover per due ragioni fondamentali: è difficilissimo trovare artisti che sappiano dare personalità a brani portati al successo da altri, rispettandone gli intenti e le caratteristiche; spesso dietro alle cover si nasconde un’assenza di idee e di creatività. Ma al cospetto di “Questione di corde” di Adolfo Durante, sapevo sin da subito che avrei dovuto soffermarmi a lungo e con molta attenzione, a cominciare dai percorsi che credo abbiano portato l’artista ad una scelta sofferta di dodici tracce, tra i tanti brani che hanno scandito la sua adolescenza e che, in qualche modo, hanno contribuito a forgiarne la cifra artistca.

Ed è stata una scelta felicissima, che non ha concesso nulla allo scontato o alla banalità e che, lo si percepisce con molta chiarezza all’ascolto, più che semplici cover, sono diventati specchi nei quali Adolfo ha nuovamente cercato e trovato sè stesso, dopo tanti anni. La stragrande maggioranza delle canzoni scelte risale alla prima metà degli anni ’80. S’inizia con “Azimut”, un brano portato al successo da Alice nel 1982; Alice, che aveva appena dismesso il nome d’arte Alice Visconti, che ancor prima aveva soppiantato il suo vero nome, Carla Bissi e che di lì a poco avrebbe incontrato Franco Battiato con il quale realizzò progetti importanti. Durante, in questa raccolta, ha inserito due brani di Alice/Carla Bissi riconoscendo in quelle canzoni la raffinatezza dell’autrice, oltre che la straordinarietà dell’interprete. Si prosegue con “Bambolina bambolina”, una canzone datata 1982 il cui testo reca la firma di Mia Martini (con il suo vero nome, Domenica Bertè) mentre la musica è di Shel Shapiro, popolarissimo frontman dei Rokes nella seconda metà degli anni ’60. Una canzone dolcissima, che Mia Martini all’epoca disse di avere scritto pensando a sua madre. E’ invece di Rosalino Cellamare, più noto come Ron, il terzo brano, “Cielo nero”, tratto dall’album “Calypso” del 1982; non è una delle canzoni più note di Ron e ciò rivela, qualora fosse il caso, che in questo lavoro Durante non ha cercato in alcun modo di sfruttare la notorietà dei brani che ha scelto, ma piuttosto ha voluto inserire quelli nei quali più si riconosceva e si riconosce. “J’adore Venise” reca la firma di Ivano Fossati che aveva inserito questa canzone nell’album “Panama e dintorni” e che Durante rilegge con maestria. Faccio una pausa per porre un accento sull’ottima dimensione acustica dell’album grazie anche alle eccellenze dei musicisti, principalmente Enrico Zanisi al piano e Alberto Lombardi alla chitarra, ma anche Primiano Di Biase, (accordion), Mario Gentili (violino), Simone Federicuccio (percussioni) e Pierpaolo Ranieri (contrabbasso). E procediamo con la seconda canzone firmata da Carla Bissi, “Notte a Roma” brano di punta dell’album “Falsi allarmi” del 1983, quando ancora Alice non aveva raggiunto l’apice della carriera, anche se nel 1981 aveva trionfato al Festival di Sanremo con i brano “Per Elisa” scritto per lei da Franco Battiato e Giusto Pio. A seguire “Laura degli specchi”, canzone di Eugenio Finardi inserita nell’album “Dal blu” datato 1983. Passiamo poi alla bellissima interpretazione di “Bella d’estate”, canzone portata al successo da Mango, con il testo di Lucio Dalla, che spazia sino agli anni ’90 essendo datata 1995. E siamo ancora negli anni ’90 (precisamente nel 1991) con “Povera Patria”, una delle canzoni storiche di Franco Battiato contenuta nel bellissimo album “Come un cammello in una grondaia”; Battiato non è facile da reinterpretare, ma Durante lo fa benissimo, nobilitando la canzone. Ritroviamo le malinconie di Mia Martini in “Stelle”, brano scritto dalla stessa compianta artista nel 1982 e che con la già ascoltata “Bambolina bambolina” consente di sottolineare la grande sensibilità d Mimì, che Durante ha colto e fatto rivivere. E ritroviamo anche Ivano Fossati con la bellissima “Amore degli occhi”, comparsa nell’album del cantautore ligure “Le città di frontiera” del 1983. Si va verso la conclusione del bellissimo percorso scelto da Adolfo Durante con “La donna cannone” di Francesco De Gregori del remoto 1978 e si chiude con “I treni di Tozeur”, una canzone che Franco Battiato presentò la prima volta con Alice nel 1984 a quello che oggi si chiama Euro Music Contest, ma che all’epoca era più sempliceente l’Europa Festival. Come detto in principio, Durante ha interpretato questi brani ponendo al loro servizio una versatilità vocale a tratti sorprendente, che ha rivelato come abbia in realtà “rivissuto” queste canzoni ed abbia voluto farne una sorta di prezioso scrigno dedicato ad autori, cantanti, musicisti ai quali sente di dovere qualcosa. C’è un po’ di tutti loro nell’Adolfo Durante, raffinato artista di oggi.

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