“CHANGEMOOND”…RAFFINATA SEMPLICITA’

Ci troviamo al cospetto di un lavoro che ha evidentemente alle spalle una precisa mentalità. Diremmo quasi una filosofia, o una mission: l’ascoltabilità, la fruibilità prima di tutto. Oltre ed al di sopra ogni altra considerazione: esibizione di doti tecniche (che pur ci sono, e sono incontestabili, sorprendenti in un gruppo così giovane, impeccabili), show, messaggi, effetti speciali e via complicando. Qui no: in questo “Changemoond” del Michele Marini Organic Trio la parola d’ordine è “semplicità”. Che però non è affatto sinonimo di banalità, né pressapochismo, né carenza qualitativa. Tutt’altro.

 

E’ un lavoro che questi tre giovani musicisti (Michele Marini, Lorenzo Frati ed Emiliano Barrella) porgono con una naturalezza disarmante, persin quasi arrogante nella sua apparente facilità. Come nel video del brano che dà il titolo al cd – “Changemood” – appunto, che mostra tre ragazzi che suonano sul terrazzo di casa, o chiacchierano in auto o in cucina. Come se produrre suoni così perfetti fosse di una semplicità approcciabile a chiunque. Ed invece parliamo di un jazz sempre piacevolissimo, ma al contempo complesso, pensato, lavorato: fittamente infiltrato di contaminazioni e suggestioni differenti. Anche qui l’apparente facilità del jazz classico (che c’è, ed impera) si interseca con suoni ed atmosfere varie. La fanno da padrone sax e clarinetto magistralmente padroneggiati da Marini. Non mancano suggerimenti free – appena appena, giusto per gradire, senza diventare troppo arzigogolati, affilati e difficili da seguire, proprio in “Changemood”, o “The right time”. Ritmiche sempre puntulali e ben tese, sonorità apertamente anni ’60 sono sparse qua e là, ma con molto gusto e misura, grazie all’uso perfettamente calibrato di un piacevolissimo organo Hammond, e di inserimenti elettronici quasi pop, alla Isaac Hayes, per intenderci. Troviamo atmosfere mediorientali in “Arabico”, deliziose e mediterranee in “Dania’s Waltz” grazie all’intervento di un’organetto scanzonato. E struggimenti soft in “My old home”.
Insomma un’esperienza di singolare piacevolezza, l’ascolto di questo lavoro (Label Visage Music, distribuito da Materiali Sonori) che lascia pienamente soddisfatti, musicalmente saziati e “coccolati”.

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