I colleghi della sala stampa del teatro Ariston e la giuria di qualità hanno voluto contraddire il voto del pubblico sino all’ultimo, premiando in qualche modo la canzone brutta e un po’ snob di Elio e le Storie Tese. Non riuscendo però a farle vincere il festival, che se lo è invece aggiudicato Marco Mengoni, il vomitatore di vocali, che però quanto meno è un cantante che crede nella sua professione. E’ davvero curioso pensare come tra i colleghi vi siano (e non sono pochi) personaggi convinti che laddove vinsero o anche semplicemente transitarono brani che hanno fatto la storia della canzone italiana (da “Nel blu dipinto di blu” a “Io che non vivo”, da “Vado al massimo” a “Una storia importante”, da “Il ragazzo della via Gluck” a “Con te partirò”) avrebbe potuto e dovuto vincere una canzone eseguita da un gruppo di cabarettisti, senza dubbio musicalmente preparati, che ha però quale bandiera di sempre l’irrisione e lo sfottò, più o meno mascherati dietro a travestimenti irriverenti o carnascialeschi, che è francamente difficile trovare divertenti. Eppure, gli Elii si sono portati a casa il premio della critica intitolato (pensate un po’) alla memoria della grande Mia Martini (e questo ad assegnarlo sono solo i giornalisti della sala stampa) ed anche quello per il migliore arrangiamento (di cosa non si sa, visto che il loro brano è difficile identificarlo come una canzone) assegnato, ed è storia ancor più grave, dai componenti dell’orchestra del festival di Sanremo. Il secondo posto assoluto è stato raggiunto solo grazie ai voti della sala stampa e della cosiddetta giuria di qualità (condizionata in qualche modo dai giornalisti presenti all’Ariston alcuni dei quali, guarda caso quelli delle testate più in vista, su Elio e le Storie Tese avevano imbastito una campagna mediatica a sostegno ben prima dell’inizio del festival). Il pubblico, quello vero, due sere prima aveva relegato gli Elii all’ottavo posto. E pareva già una collocazione eccessiva. Il pezzo più bello del festival, quello dei Modà, si è piazzato al terzo posto. Quanto meno è sul podio. Significa che non sono impazziti tutti quanti. Quello di Malika Ayan, di cui certa stampa si era innamorata prima di comprendere che non avrebbe mai vinto, dirottando quindi le loro attenzioni sullo scempio di Elio & C., si è perso nel marasma dei non classificati. Lei però è brava. La canzone era di non facile ascolto, adatta per circuiti diversi da quello sanremese.