Ecco come complicarsi la vita con un Ep che pone in risalto indiscusse qualità, ma stenta ad “arrivare” soprattutto musicalmente. Sto parlando di “Esiste!”, il primo Ep di Melina (all’anagrafe Carmen Lina Ferrante, originaria di Canosa di Puglia, che studia e lavora a Bologna), quattro tracce che pongono prepotentemente in rilievo la sua vocazione jazzistica, ma che in alcune frangenti destano qualche perplessità, non certo di natura tecnica, ma più banalmente sulla semplice fruibilità.
S’inizia con “Come hai detto”, certamente il brano più riuscito dell’Ep e non a caso proprio con questa canzone è stato realizzato il video che accompagna il progetto; si tratta di una canzone sbarazzina, piacevole, pervasa da un ottimo arrangiamento (bella l’incursione del pianoforte) che consente a Melina, soprattutto nella parte finale, di sfoderare un po’ di virtuosismo vocale che diverte. Tutt’altra cosa è “Sapermi bastare”, brano assai meno immediato con una linea melodica poco convincente, nonostante un imponente arrangiamento giocato sulle sovrapposizioni vocali che danno vita ad un coro anche un po’ invasivo. “Il tempo che non vivo” è un altro esercizio di dimestichezza vocale molto giocato sulla musicalità più che su di un percorso narrante. E si va a chiudere con “Essere semplice” che ci riporta ad una dimensione vagamente sperimentale che convince solo in parte. Melina ha una bella voce e certamente ne sa fare un ottimo uso, ma forse con l’Ep del suo debutto discografjco avrebbe dovuto tentare percorsi meno complessi, cosa fattibilissima pur con le sue caratterstiche, senza scadere nella banalità. Il brano è musicalmente impreziosito dall’ottima incursione di un sax. Che dire di questo lavoto? C’è senza dubbio la materia prima. Ora si tratta di garantirne un accesso più aperto.
