“L’ECO DELLA NOSTRA INFANZIA” DEGLI SMITCH IN BLU RAY

Mi trovo a confrontarmi con uno stranissimo album, “L’eco della nostra infanzia” degli Smitch in Blu Ray, formazione costituitasi cinqu anni or sono, con alle spalle un Ep di sei tracce, la partecipazione ad alcuni contest ove colleziona buoni risultati, sino alla finalissima di Sanremo Rock Festival 2022; molto live, come per altro sta avvenendo in questo mese di luglio.

L’ultima fatica dicografica della band è caratterizzata da otto tracce che dovrebbero essere prese e riprese per tentare di dare un’identità musicale a questo progetto che cambia abito in corsa con una dimestichezza sconcertante, passando dal pop al rap, dal rock all’ambient e trovando il modo di strizzare anche l’occhio ad un po’ di swing (soprattutto nei primi due brani). Iniziamo con “Io mi do fuoco”, un bell’andamento vivace, musicalmente interessante e curioso per certe sue sonorità. “Chillout”, allo stesso modo, propone una variegata tavolozza musicale, arricchita da qualche effetto, complessivamente agile. “Sgattaiolo via” è un rap/rock più palesato, ma piacevole, dinamico e con una sua agilità. “Superluna” lo dividerei in due parti: la prima è una sorta di poesia letta, non recitata, che sfocia poi anche qui in un rap/rock assai più dozzinale ed un po’ delirante. Rap ancora più accentuato in “Bolla”, tanto da suscitare in me qualche interrogativo pensando che la linea editoriale di questa rivista ha scelto di non occuparsi di rap ritenendolo una “non musica”, qui però la musica c’è ed è interessante il suo crescendo che abbraccia il rock in modo quasi ossessivo. Mi concedo una pausa ritenendo “Blackout” semplicemente una brutta canzone anche prescindendo dai generi. “Se non fosse che” è un minibrano di 54 secondi con qualche effetto psichedelico che fa da anticamera al pezzo forse più bello dell’album, “Musa”. Non è un pezzo facile, ha un testo molto bello, è forse la sintesi di tutto ciò che la band ha provato a dire con i brani precedenti, ha dei passaggi musicalmente molto interessanti, è una sorta di labirinto mentale con un finale di lucidissima intensità. A mio avviso in questa band vi sono delle potenzialità molto forti che dovrebbero trovare il coraggio di staccarsi dalle mode dilaganti senza cercare il facile consenso ad ogni costo. Alcuni passaggi di qualcuno dei brani appena elencati, contengono delle perle nascoste che potrebbero rivelarsi la vera ricchezza di questo gruppo.

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