LE NOVE PERLE DEL “PUZZLE” DI MARTA BRANDO

Questo “Puzzle” di Marta Brando, in circuitazione dagli ultimi giorni dell’anno appena passato, è uno di quei dischi che ti convince che anche in un momento di stasi creativa del mondo della musica esistono progetti che meritano di essere ascoltati e riascoltati con attenzione. Marta è una giovane cantante ed autrice italiana di origini latino-americane, più precisamente peruviane. Nel 2020 si è laureata con il massimo dei voti in canto jazz presso la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano per proseguire poi i suoi studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi”. Non è una jazzista, i suoi punti di riferimento sin dalla più tenera età sono le voci di Whitney Houston, Mariah Carey, Beyoncè e Christina Aguilera, la definirei una straordinaria interprete di un pop raffinato con frequentazioni nel R’n’b, nel soul con qualche approccio al jazz.

“Puzzle” è un album che racchiude nove tracce, un paio eseguite in lingua italiana e le restanti in inglese dalle quali emerge certamente il meglio di Marta. S’inizia con “Young”, uno dei brani migliori del cd, molto american style, che consente di apprezzare subito la personalità e la pienezza della voce dell’interprete che ha comunque messo mano praticamente a tutti i brani presentati. “Mondo di plastica” vede la partecipazione di Paolo Agosti (che è anche il produttore dell’album) ed è un brano non eccezionale, pur se la fusione delle due voci è piacevole e gli arrangiamenti sono buoni. “Il perchè delle cose” è il titolo della canzone scelta per fare da apripista all’album ed anche per affiancarle un video; personalmente, dopo avere ascoltato l’intero progetto, non avrei scelto quel brano per promuovere “Puzzle” semplicemente perchè, al di là della buona interpretazione, è forse strutturalmente il più scontato dei nove incisi. Con “Hello” si torna alla lingua inglese e ad una linea melodica non troppo convincente, anche qui però con un’esecuzione ed una qualità degli arrangiamenti (discreti ma percettibili) sempre di alto livello. Con “For your thoms” Marta ha modo di porre in risalto la varietà notevole dei “colori” della sua voce alle prese per altro con un brano non facilissimo. “Melancholy blues” è una canzone raffinata affrontata con la giusta maturità vocale che si coniuga perfettamente con un arrangiamento che regala in chiusura una ventina di secondi di ottima musica solo strumentale. Ed anche “Beautiful” è una canzone di classe che forse “arriva” un po’ meno del brano precedente, ma che viene affrontata con sicurezza, valorizzandone gli aspetti migliori. Anche “All the man that i need” è un bel banco di prova, ma a questo punto non ho più bisogno di convincermi delle doti di Marta e questo forse mi consente di apprezzare ancor più l’insieme, che è piacevole. E si va a concludere con “Yoga” e qui va detto che l’arrangiamento è davvero sontuoso come si conviene al brano che segna il capolinea di un pecorso musicalmente pregevole. “Puzzle”, che non lo dimentichiamo, è l’album d’esordio di Marta Brando, è un disco che chi sente il bisogno di staccarsi dalla musica omologata fatta di rap, trap e quant’altro non può farsi mancare perchè mette insieme la bellissima voce di Marta con il lavoro di chi l’ha accompagnata in questo percorso. Tutta gente che ci sa fare.

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