LE MAGIE BLUES DI FRANKIE CHAVEZ

S’intitola “Heart & Spine” ed è l’album di Frankie Chavez, artista portoghese che “legge” il blues come raramente accade di ascoltare, senza però perdere di vista il rock dal quale deriva la sua formazione di chitarrista e le arie malinconiche della sua terra. Quattordici tracce tutte da ascoltare senza lasciarsi ingannare dai primi tre brani, che seppure musicalmente di ottimo livello, potrebbero essere annoverati tra le composizioni di quel rock di maniera che, a vari livelli, siamo più abituati ad ascoltare.

Quando si arriva a “Sweet life” e ci si trova al cospetto di una bellissima ballata, si comprende ben presto che Chavez ha una marcia in più e l’ascolto si fa immersione nella sua musica. Si scoprono così le forti tinte della sua terra in “Pine Trees” (uno dei due brani solo musicali dell’intero cd) e si approda al blues più autentico con “Psychotic lover” che richiama da vicino molta musica on the road che ci giunge dalla tradizione americana. Ottimo blues anche in “Don’t leave tonight”, ove compare la voce di Erica Buettner mentre “Morning Train” ci porta nelle ambientazioni più tipicamente Old West, con un’armosfera resa ancor più convincente dal vociare di sottofondo e dall’accompagnamento del Groove Quartet. Altro viaggio ed altro approdo con “I’m leaving”, ove la chitarra si fa più graffiante ed il suono nuovamente di ispirazione anglosassone prima della piacevolissima “Her love”, altro blues “trascinato”, coinvolgente, che si fa via via musicalmente più intenso e pieno; “Voodoo Mama” riconferma le arie blues con Joao Correira alla batteria e Nuno Lucas al basso ad affiancare Frankie. Bellissima anche “Sail upon your shore”, con andamento di voce e chitarra molto soft, un arrangiamento delicato con gli inserimenti del pianoforte di Daniel Lima ed un vago richiamo a quelle colonne sonore di film americani che hanno fatto scoprire gli States anche a chi non ci è mai stato. Ufficialmente i cd si chiude con “Truth can break a bone” in cui i toni pacati e l’armonica a bocca rendono più suggestivo il cammino, ma esiste la quattordicesima traccia, la seconda solo musicale, “Faixa 14” con la quale Chavez, se ancora fosse il caso, ci dà un saggio della sua straordinaria abilità di chitarrista. Un album di notevole spessore musicale che merita l’internazionalità che si pone negli intenti e che ritrova poi nelle tournèe che stanno portando Frankie Chavez in tante piazze, ove immancabilmente la sua musica riesce a catalizzare anche i palati più raffinati.

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