LE DISILLUSIONI SNOB DI CANTINI

Procura un senso di smarrimento ascoltare questo lavoro di Marco Cantini, e per diverse ragioni: stilistiche, emotive, intellettuali. Di metodo e di merito. “Siamo noi quelli che aspettavamo” potrebbe essere definita, da un certo punto di vista, una successione di brani fuori dal tempo: dei deja vu, vicende e sapori del passato, tanto risultano impregnati di stilemi, concetti e sensazioni di decenni trascorsi, tra i ’70 e i ’90.

Ne deriva un mix fra cronaca quasi didattica e dolenti sensazioni, sulle quali prevale potentemente la disillusione. Una delle principali fonti dello straniamento che suscita questo cd è il rendersi conto che, a cantare narrando in prima persona vicende storiche e complessi contorcimenti morali ed intellettuali, è un giovane appena quarantenne, che quindi in quegli anni ci è nato, o li ha sfiorati da bambino o poco più. Pare li abbia vissuti, ma fatalmente li racconta molto per interposta persona. Musicalmente raffinato – pur nella riproposta acritica e precisa dello stile prettamente “cantautorale”, quello che ebbe la sua massima fioritura proprio negli anni rievocati – il lavoro si snoda,  quasi come un romanzo, seguendo un percorso rigorosamente cronologico, di fatto in fatto, di personaggio in personaggio, dalla fine degli anni ’70 sino a giungere agli albori del millennio. Il tutto da un punto di vista fisso ed univoco come una steady cam, ed espresso con un linguaggio che – per quanto dolente – non rinuncia mai, nemmeno in un brano, ad uno stile ed una scelta di termini ricercati, aulici, d’effetto. Sino a richiamare l’impressione che suscitano certe figure di nobili in disgrazia. E così la “vecchia sinistra” assume quasi i contorni di una comunità aristocratica e decaduta, i cui esponenti e cantori – arroccati nei loro antichi sogni, alle loro speranze deluse – pur ammettendo la sconfitta, rifiutano quasi con sdegno ogni responsabilità, ribaltando tutto su una società in decadenza, che non li ha saputi comprendere, ed ancora non è, né sarà mai, alla loro altezza intellettuale. Dedicato e consigliato soprattutto a chi quegli anni li ha vissuti davvero. Anche per confrontarsi: tra sensazioni, ricordi. Ed eventuali rimpianti o rimorsi.

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