La Sirena di Leo Pari rompe la monotonia

Sintitola “Sirena”, è il nuovo album di Leo Pari ed è un bell’album. Lo è perchè sin dall’ascolto del primo brano (“Piccolo sogno”), si ha finalmente la sensazione di avere a che fare con un cantautore che riesce a dire qualcosa di interessante con estrema semplicità. Leo non affronta scalate vocali impervie e spesso inutili, non fracassa i timpani con la musica che gareggia con la voce e, soprattutto, non annoia.

 

E se ne ha la conferma ascoltando il secondo dei dieci brani del cd, quello intitolato “Cara Maria”, ove ci imbattiamo in un testo di assoluta originalità sin dale battute di  apertura: “Chissà se le statue di notte hanno freddo, se esiste un santo che protegge l’asfalto…chissà chi punta pistole contro gli alberi per farli stare con le mani in alto…”, immagini per alcuni versi naif, assolutamente curiose. E si prosegue, con “La sposa di cera”, ancora sensazioni positive, ancora ottimi arrangiamenti (ma senza mai venire meno a quella linearità che è una delle doti principali di questo lavoro); ed ancora un testo che stuzzica attenzioni e sorrisi laddove dice “….ruberemo la sirena dell’ambulanza per riportarla in mare…”, pare un’immagine disneyana. “L’uomo niente” è invece una canzone che in tempi remoti sarebbe stata considerata un “lentaccio” straordinario, di quelli da ballare stretti stretti su di una piastrella (chi ha qualche capello bianco sa cosa voglio dire). Poi, con “Ancora ancora”, il ritmo sale quasi all’improvviso, coinvolge in quella che è una sorta di curiosa, ma riuscita, celebrazione di un addio. Solo nella seconda parte l’album accenna a qualche nota di stanchezza. “Se tu sapessi innamorarti di me” conserva la capacità di offrire belle sensazioni pur se il brano non è tra i più riusciti, mentre “Boogie 12” pare messa lì apposta per valorizzare la bella voce di Leo (è l’arma in più che l’artista riesce a tirar fuori anche nei passaggi meno riusciti). “Assholo” non sembra un brano destinato a lasciare traccia ma, l’ultimo pezzo, quello di chiusura, intitolato “Da tempo”, è un’altra perla di dolcezza che suggella degnamente un lavoro di tanta sostanza, di altrettanta immediatezza e, nel contempo, scevro dalle banalità che oggi più che mai vengono spesso, erroneamente, accostate alla sobrietà. Ottimi i musicisti che hanno lavorato con lui, soprattutto perchè capaci di esprimere professionalità senza ostentazione uditiva per chi ascolta. Anche questo oggi è un atteggiamento raro. La produzione esecutiva del cd è di Gas Vintage Records.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *