“LA DISTRAZIONE”, L’ALBUM CANTAUTORALE DI DAVIDE PEPE

E’ uscito da pochi giorni “La distrazione”, il nuovo album di Davide Pepe, un cantautore pugliese che ha visto sino ad oggi il suo percorso artisticco diviso tra la partecipazione a svaiati contest e la collaborazione con artisti del calibro dei Litfiba. Quello di cui mi accingo a scrivere è il suo primo album, caratterizzato da undici tracce, due delle quali sono cover. Le due prime caratteristihe distinguibili al primo ascolto di questo disco sono l’ottima voce di Davide e la profonda poesia di alcuni dei suoi testi. Si tratta pressochè sempre di testi narranti, come insegna la miglior scuola cantautorale. Un limite di questo lavoro invece, a voler ben guardare, è rappresentato dall’assenza di un brano veramente trainante. Vi sono molte cose piacevoli, ma nulla che inchiodi alla sedia e quindi, alla fine del percorso, ci si ritrova con una manciata di canzoni interessanti, qualche piccolo cedimento (“2023” e “Libero così” ove, in entrambi i casi, non mi convince la linea melodica e neppure la struttura musicale) e, quel che resta, scivola nei meandri di una sufficienza piena, ma senza entusiasmare. A mio parere, i brani migliori sono quattro: “La distrazione”, che dà il titolo all’intero progetto, “Che cosa c’è”, in entrambi i casi brani assolutamente cantautorali segnati da un testo che induce ad un attento ascolto; quindi “A domani” e l’ottima reinterpretazione de “Il mondo”, bellissima canzone portata al successo da Jimmy Fontana nel 1965. A proposito di cover, molto interessante anche la rilettura di “Guarda che luna” portata al successo da Fred Buscaglione nel 1959. Rimangono alcuni brani piacevoli, ma con poco mordente. In questo lavoro è apprezzabile il tentativo, in buona parte riuscito, di seguire la traccia del cantautorato migliore, quello spesso introspettivo e coinvolgente, quindi l’ascolto è consigliato soprattutto a chi cerca di ritrovare una dimensione artistica che si è via via molto rarefatta.

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