INTERVISTA: PASSA DA UN SINGOLO IL NUOVO ALBUM DEI DIK DIK

S’intitola “Ci sarà” ed è il nuovo singolo/video dei Dik Dik, realizzato in queste difficili settimane di pandemia. Un disco collage che una delle formazioni storiche della musica italiana ha voluto incidere accompagnandolo con un video che vede i volti, i sorrisi, i gesti di alcuni dei moltissimi fan che affollano il profilo Facebook del gruppo. Un disco che è anche l’anticamera di un nuovo album che intreccerà i fili di brani inediti con alcuni dei grandi successi del passato. Abbiamo scambiato un po’ di idee con i Dik Dik…. Naturalmente mantenendo le distanze richieste dal momento.

Questo nuovo singolo/video, con la simpatica partecipazione di una rappresentanza dei vostri fan, sottintende un nuovo avvio e quindi nuovi album, nuove tournèe, nuove apparizioni televisive o si è trattato di un gioco, con la complicità di questo periodo di clausura forzata, per ricordarvi che siete i… Dik Dik?

Pietruccio: Si è trattato principalmente di rimettersi in gioco, rinforzando un legame storico, ma anche nuovo con i nostri fan, che nel periodo più buio della pandemia ci sono stati molto vicini tramite i social.

Pepe: In parte anche per sfogare la nostra rabbia per questa pandemia, abbiamo fatto quasi due anni di ricerca e ascoltato oltre 100 canzoni per scegliere il tipo di produzione e gli autori per quello che sarà a tutti gli effetti la nostra ultima opera discografica inedita, ne siamo innamorati e allora la rabbia è diventata ancora più forte.

Vi chiamavano “complessi”, oggi si chiamano “band”. Vendevate palate di dischi, oggi la discografia è in crisi nera. Che cosa è cambiato nel frattempo?

Lallo: La cultura. E’ cambiato il concetto di cultura popolare e di insieme. Fare musica una volta era l’epicentro dello stare insieme e oggi, troppo spesso, non è più cosi. La tecnologia ci ha aiutato molto, ma in troppi casi ci ha isolato nel rettangolo di un o schermo a 7 pollici.

Pietruccio: La discografia poi ha la sua colpa cercando continuamente di sfornare progetti usa e getta spesso monotematici e quindi privi di sperimentazione.

Pepe: Il business della musica si è concentrato quasi totalmente sulla musica dal vivo, pre pandemia, oggi dobbiamo rifondare un sistema che si basi sulla certezza, come può dare una band/complesso come il nostro caso, ma anche sul coraggio della sperimentazione, un po’ meno strumenti virtuali e magari più strumenti suonati veramente.

I primissimi vostri successi, nella seconda metà degli anni ’60, furono cover, in realtà bellissime reinterpretazioni, con testi spesso affidati alla vena felice di Mogol. Che ruolo ebbero in quegli anni le cover che riguardarono pressochè tutti gli artisti italiani? E perchè se ne fece un così largo uso?

 Pietruccio: se ne fece grande uso perchè arrivavano continue richieste da editori internazionali, l’italia in quel perido era uno dei centri principali per la musica e spesso i testi riconcepiti in italiano erano di maggiore spessore, non a caso la letteratura italiana non ha nulla da invidiare al resto del mondo e secondo me nemmeno la musica e i suoi interpreti

Numerosi furono, negli anni ’70, i vostri incontri artistici, oltre che con Mogol, anche con Lucio Battisti. In che misura quelle collaborazioni incisero sulle vostre produzioni, tanto che nel 1983 incideste anche un singolo per l’etichetta di Battisti, la Numero Uno?

Pietruccio: incisero da subito, Battisti è stato un compagno di viaggio dalla sala di attesa della Ricordi dove attendevamo per fare il primo provino, fino ai nostri primi successi inediti, oltre a questo ci ha legato una grande amicizia.

Pepe: Quando Battisti lanciò la Numero Uno noi non lo seguimmo e rimanemmo in Ricordi con un disco bellissimo prodotto da Vandelli, ma i nostri rapporti erano veri e finì che ci riunimmo di nuovo.

Se come per incanto il vostro cammino artistico iniziasse oggi, ritenete che riuscireste nuovamente ad essere i Dik Dik? E, in caso di risposta negativa, cosa oggi, rispetto a 55 anni or sono, impedirebbe, alla luce delle cirostanze attuali, un analogo percorso?

Lallo: visto quanti giovani ci seguono anche oggi , magari con modalità diverse di fruizione, penso che avremmo potuto percorrere lo stesso percorso. Una delle nostre migliori doti è stata quella di incrociare autori sempre in momenti di grazia, forse per merito anche nostro. Il nuovo disco che abbiamo realizzato ed è in attesa di uscita tesimonia questo processo. E’ un disco prodotto in maniera antica, ma con tutte le sonorità e linguaggi attuali. In effetti non siamo rimasti stupiti più di tanto se il video ha prodotto 100mila visualizzazioni in 24 ore. Pensiamo che ci sia bisogno ancora di musica italiana, di musica semplice, con testi che raccontano storie. Abbiamo prodotto un disco di cui finalmente, dopo circa venti anni di soli concerti, ne siamo orgogliosi, un album con sei canzoni inedite tutte firmate da un grande autore e cinque grandi successi riarrangiati come fossero originali, ma con tutte le sonorità, se pur aggiornate, dell’epoca. Un disco totalmente vero con pochissima utilizzazione dei computer e strumenti virtuali, ma sopratutto condito di testi importanti, che raccontano storie attuali, ma sempre con grande speranza e emotività e, secondo noi, che ci proiettano verso il

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *