“INFERNUM” TRADUZIONE DA DANTE AL RAP

S’intitola “Infernum” ed è il nuovo album di Claver Gold & Murubutu, anticipato dalla pubblicazione del singolo/video “Paolo e Francesca”, brano che vede i due rapper affiancarsi a Giuliano Palma. Dieci tracce che alla fine fanno dire, anche ad uno come me che non ha mai nascosto le sue diffidenze nei confronti del rap, che questo è sicuramente un lavoro originale, interessante, realizzato con grande professionalità e cura dei dettagli. L’Inferno cantato da Dante nella sua immortale Divina Commedia, assume sembianze contemporanee, ritrovando alcuni dei personaggi descritti dal Vate.

Lo fa in una dimensione sicuramente sorprendente, che è quella del rap, ma non meno sorprendente è che i culturi di un genere musicale così distante dai cantici danteschi, abbiano voluto e saputo dare vita ad un progetto che coniuga molto bene un passato assai remoto con la contemporaneità. Ecco dunque che ci si addentra con il primo brano nella “Selva oscura”, un’intro che vede la partecipazione di Vincenzo di Bonaventura, popolata di suoni cupi, versi, voci ruvide e lontane che riescono a conferire all’insieme quel pathos che richiede il cammino che s’intraprende. “Antinferno” vede accanto ai due rapper Davide Shorty per parlare di “…musica triste senza note…” e ci si addentra sempre più sino ad incontrare “Caronte”, traghettatore di anime perse che, al di là della “location” entro la quale opera, regala un buon arrangiamento, come lo saranno anche quelli di altri brani, conferendo un valore aggiunto importante. Incontriamo poi “Minosse”, colui che ringhiando dà una destinazione alle anime dannate; forse musicalmente il brano meno riuscito e quindi si va oltre con “Paolo e Francesca” con la partecipazione di Giuliano Palma per rivivere una delle storie d’amore più intense di sempre tanto da avere una sua continuità anche negli inferi. Ecco quindi “Pier” (Pier della Vigna) giurista capuano collocato tra i suicidi e poi “Ulisse” tra i consiglieri fraudolenti, ma nel brano si affaccia anche un bel pianoforte. “Taide” è la prostituta amante di Trasone citata per la prima volta nella commedia Eunuchus di Terenzio, ma ripresa poi anche da Dante ed anche dai nostri due rapper che ne ricavano un brano ben strutturato. E ci si avvia verso la chiusura con “Lucifero”, l’angelo bello sconfitto dall’arcangelo Michele e precipitato al centro della terra divenendo un mostro a tre teste, avvolto da atmosfere mefistofeliche riprese dal pezzo che di fatto chiude il cd, considerando che “Chiaro mondo”, con la partecipazione del dj Fastcut, è come “Selva oscura” un intreccio di versi, voci, squittii, grida a chiusura di un percorso tra sussurri di anime, clangore di ferri e lampi di fuochi. Un’idea decisamente interessante e ben sviluppata, all’insegna del rap ma non solo, senza gli eccessi che il tema in sè avrebbe potuto recare. Un album che merita certamente di essere ascoltato tutto d’un fiato e sino alla fine.

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