I PLEBEI, UN EP PER SORRIDERE

La consapevolezza di non voler scrivere la storia della musica, ma tanta voglia di divertirsi e di divertire. Tutto ciò e molto altro traspare dall’ascolto di “Velo S velo”, l’ep de I Plebei prodotto da Alka Record Label. Cinque tracce sicuramente insolite proposte con ironia e leggerezza da questo gruppo non di primo pelo (muove i primi passi nell’ormai remoto 1996 facendo blues).

Sin dalle prime note di “Giocofuoco” si respira una sana atmosfera di festa sull’aia, con la fisarmonica che sarà protagonista in primo piano in tutte le canzoni e quella voce un po’ naif che canta improbabili canzoni. In “Reale” il testo del ritornello soffoca un po’ tra le note, ma l’atmosfera rimane quella delle feste di periferia e l’andamento vagamente ska ricorda a più riprese i Pitura Freska (quelli che andarono al Festival di Sanremo a cantare di un Papa nero). Con “Malvivendo” si lascia l’aia e si entra nella balera, la canzoncina è gradevole come lo è la voce che qui più che in altri brani prende il sopravvento alle prese con un testo meno banale di quanto non possa apparire dopo un primo ascolto. In “Incubo”, fermi restando i toni ed i colori della festa popolare, il testo accenna ad un che di macabro, senza però mai tradire quella dimensione un po’ goliardica che pervade l’intero ep. E si va a chiudere tra i sorrisi con la piacevole “Canzone nel cassetto”, una sorta di filastrocca affidata quasi solo alla voce che ci suggerisce arie da osteria la domenica sera. I Plebei, c’è da scommetterci, sono un gruppo piacevole, quasi cabarettistico, anche in dimensione live. Un gruppo che non prendendosi troppo sul serio riesce a divertire senza andare mai sopra le righe (e la scelta di realizzare un ep e non un album, a ben pensarci, svela o, se volete, come nel titolo del progetto “S vela” che, anche nella musica, il gioco è bello quando è breve).

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