FURIA, “CANTASTORIE” DI FATTI E RICORDI

E’ da poco uscito “Cantastorie“, il primo album della milanese Furia. Un disco che già dalla copertina lascia presagire ciò che attende l’ascoltatore. Uno stile volutamente non definito che si barcamena tra gli anni Settanta e Novanta fino a prendere spunti da recenti fatti di cronaca nera.

Ma andiamo nel dettaglio: “Tu sei mio” è la canzone che apre questo lungo ( troppo…) lavoro di Furia. La donna è protagonista del brano, rivendicando il diritto di scelta: “Tu sei mio solo se lo decido io…” . Se è di tutto rispetto il concetto, quello che è discutibile è doverlo ribadire ancora oggi. Con questo brano Furia è in bilico tra la voglia di rivendicazione ed il cadere nei soliti cliché. “Campionissimo” è una dedica a Fausto Coppi: un uomo semplice entrato nel cuore degli italiani. E’ un brano sincero, scritto con attenzione, il pezzo migliore dell’album. “Giulietta” nel nome richiama la protagonista shakespeariana ma gli orizzonti si aprono e ci portano ad una Giulietta di oggi protagonista della cronaca nera. Un plus del brano sicuramente la partecipazione della bravissima Lella Costa. Si cambia registro con “Ce la invidiano tutti”, brano decisamente di ispirazione sessantottina, ma la mente corre presto a “Siamo donne” canzone sanremese di Jo Squillo e Sabrina Salerno. Avrei fatto a meno di entrambi i pezzi. Tornano le emozioni con “Troppo facile” canzone in cui emerge la sensibilità di Furia nel raccontare un amore tra una tredicenne ed un trentenne. Brano intenso e dal forte impatto emotivo. Ma con “Robot” ecco l’eterna lotta tra uomo e donna raccontata in modo scanzonato com’è giusto che sia. Si ritorna “seri” con “Canzone ad un bimbo mai nato” ispirato chiaramente al libro “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci. Una canzone intima, la chitarra accompagna la voce di  Furia. Un pezzo scritto di getto dopo aver letto il libro della Fallaci come ha dichiarato la stessa cantautrice. Si prosegue con “Freelance”, il brano scritto da Luigi Albertelli. Un amore libero, vissuto  in tutta la sua essenza. Ed è ancora l’amore protagonista di questo album con “Prendi tutto”. Una tematica che Furia ha sviscerato in tutte le sue forma. Ancora una dedica con “Pa Paya ya ya  (Ciao Marco)”, brano dedicato al radicale Marco Pannella: un ringraziamento per le sue lotte. “Addio Barbie” è invece una canzone dedicata alle bambine che improvvisamente abbandonano la bambola bionda per  un rossetto. La cronaca nera è invece spunto per la canzone “Manchi”. Furia presta la sua penna e la sua voce per raccontare dell’omicidio di Sara Di Pietrantonio avvenuto per mano dell’ex fidanzato. Un tema delicato ed attuale che mette in musica in maniera non banale. Il disco si chiude con “Non arrossire”, un omaggio a Giorgio Gaber. “Cantastorie” è nel complesso un lavoro non particolarmente entusiasmante incentrato sostanzialmente sul rapporto uomo/donna. Un lavoro che non mantiene alta l’attenzione se non per qualche traccia ed è un peccato perché Furia ha una bella voce, grinta e voglia di emergere.

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