“FUORI DALLE LABBRA”, IL BELL’ALBUM DI FRANCESCA ROMANA PERROTTA

Francesca Romana Perrotta è una cantautrice di consolidata esperienza che vanta collaborazioni con artisti di primissima fascia, frequentazioni in Rai e successi ad alcuni contest nazionali che hanno contribuito a far conoscere il suo modo di pensare alla musica e di interpretarla. Da pochi giorni è uscito il suo terzo album, “Fuori dalle labbra” che raccoglie dodici tracce (a mio avviso troppe) e che, come da sempre nello spirito dell’artista, va ad incarnare il non detto, o il detto troppo poco, sulla figura femminile, i suoi diversi tratti, i suoi diritti troppo spesso calpestati, la sua capacità di porre in contrasto forza e fragilità, passione e vigore. Un percorso “femminista”? Si, se ci si accontenta di una definizione generica e superficiale; ragionevolmente e direi anche amorevolmente “femminista” se si ascolta ciò che esprimono le canzoni di Francesca.

Il disco è una scoperta progressiva, con un paio di inevitabili inciampi. S’inizia con “Alchemica”, un bel brano con una struttura molto tradizionale che rende invitante l’avvio di questo percorso ponendo subito in risalto il mestiere di Francesca.  “Fuori dalle labbra”, brano che dà il titolo all’intero progetto, è una strana canzone che in parte ci riporta alla prima Loredana Bertè, concedendoci però parentesi nelle quali la voce di Francesca è chiara e bella, lasciandoci però qualche perplessità. Il suono di un pianoforte scandisce il passo di “Dentro a un bar”, canzone che ha una sua intensità ed una buona linea melodica; se mi è consentito…un “lentaccio” che un tempo avrebbe fatto sognare. “L’evento straordinario” è a mio avviso uno dei brani più belli dell’album, forse il più bello, avvolgente, caratterizzato anche da un bellissimo testo, oltre che da un’interpretazione pregevole. Musicalmente più dinamica, “La canzone segreta” è un brano fruibile, con interessanti aperture vocali, piacevole anche se non genera entusismi. E c’è anche una cover a sorpresa, la famosa “Ritornerai”, canzone portata al successo da Bruno Lauzi che Francesca ha voluto interpretare coinvolgendo un ospite d’eccezione, Simone Cristicchi, con il quale ha omaggiato lo scomparso cantautore ligure. Bella e romantica l’atmosfera musicale di “Canzone d’inverno”, emotivamente coinvolgente ed ottimamente arrangiata. Il primo inciampo, a mio avviso, è “Lucrezia e Roma”, buona l’interpretazione, ma il brano non decolla ed un po’ sconnessa mi pare anche “La rivoluzione” interpretata con Marco Ancona. Va un po’ meglio con il brano successivo, “Tu non capisci niente”, che è il seguito de “La rivoluzione”, laddove la speranza lascia spazio alla consapevolezza di un’amicizia che si sta spegnendo; musicalmente non male. “Madame Bovary” ha un ottimo tesro ed è buona la linea melodica che mantengono vivo l’ascolto. E si va a chiuere con il secondo gioiello, “L’hiver est fini” con la partecipazione di Francesco Bacchetta; la canzone è interpretta in lingua francese e volteggia malinconica nell’aria, evocando tempi senza tempo; delicata come una trama leggera, ottima interpretazione, ottimi arrangiamenti. Dunque questo “Fuori dalle labbra” mi sento di dire che è un bel disco, un disco che ci riconcilia con le belle canzoni in un’epoca confusa, un disco con dei contenuti importanti, suggeriti, mai gridati. Un lavoro portato a termine anche con il coinvolgimento di musicisti di primo piano.

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