FALSI “SOLD OUT” ED INGHIPPI SENZA TEMPO

Poco alla volta, ma da più parti, viene a galla il mistero dei “sold out”, cioè dei concerti dati per esauritissimi, anche quelli di artisti semisconosciuti o comunque non tali da suscitare gli entusiasmi delle folle. Accade di tutto. Dai teli neri che vanno ad oscurare i tantissimi posti vuoti negli stadi, alle case discografiche che letteralmente regalano biglietti di ingresso per ingrossare le fila del pubblico, che diversamente sarebbe misera cosa. E poi i cosiddetti “tour”. Ogni artista è in tournée, salvo poi scoprire che nella stragrande maggioranza dei casi questi “tour” altro non sono se non una serie di esibizioni malpagate in pub e birrerie in grado di ospitare piche decine di clienti. Non che questi mezzucci siano inediti nella storia della canzone italiana (ma non solo italiana). Ai tempi di “Canzonissima”, il concorso canoro promosso dalla Rai ed abbinato ai biglietti della lotteria di Capodanno, erano le case discografiche ad acquistare tanta parte dei biglietti abbinati ai loro cantanti per fare crescere il numero di “voti” destinati a questo o quell’artista, talvolta sino a condizionarne la vittoria finale. E negli anni d’oro delle hit parade dei vinili a 45 giri, si sussurrava con insistenza che le case discografiche più potenti acquistassero migliaia di cedolini Siae per fare risultare fantomatiche vendite di dischi e fare salire ai vertici delle hit nazionali i loro artisti. Con quale tornaconto? Semplice. Un artista vincitore o comunque finalista a “Canzonissima” poteva pretendere cachet più alti, così come un cantante ai primi posti delle hit discografiche. Ancora oggi, la semplice partecipazione al Festival di Sanremo, fa impennare i cachet degli artisti in gara che in quel periodo godono di passaggi televisivi ripetuti, in prima serata, su RaiUno, cioè la rete ammiraglia della Rai con audience che in quei giorni si aggirano intorno ai 10-12 milioni di spettatori. Mezzucci dicevo. Ma neppure tanto “ucci” visto che si parlava di cifre importanti. Ed oggi che di soldi ne girano meno, si viaggia a suon di falsi “sold out” e di artisti facilmente affetti da laringiti che devono saltare o rinviare le date dei loro concerti. Ovviamente e non a caso, sempre quando le prevendite dei biglietti si rivelano un fiasco. “E’ un mondo difficile” cantava Tonino Carotone qualche anno fa. E quello della musica lo è ancora di più. Lo era anche quando in Italia e nel mondo imperversavano artisti di primissimo piano. Figurarsi oggi nell’era dei talent, del rap e trap.

Giorgio Pezzana

 

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