FABRIZIO NITTI E LE TRACCE DI UN LUNGO CAMMINO

E’ di questi giorni l’uscita di “Tracce di me”, il nuovo album di Fabrizio Nitti, cantautore astigiano che vive a Genova e che con questo lavoro ha voluto raccogliere parte del suo percorso artistico che affonda le proprie radici sin dagli anni Ottanta. Nella storia di Nitti vi è anche la partecipazione al 48° Festival di Sanremo, nella sezione “Giovani”, come parte di un duo denominato Nitti e Agnello. Numerosi i riconoscimenti ottenuti da Fabrizio come solista in svariati altri Festival nazionali.

Le nove tracce raccolte in questo album sono canzoni perlopiù strutturate in modo tradizionale che risentono delle stagioni artistiche alle quali appartengono. L’album si apre però con un inedito intitolato “Al di là del ponte”, brano scritto in collaborazione con Paolo Agnello che assume contorni cantautorali spiccati, ben arrangiato e con un buon testo introspettivo. “Resto a casa” pone in risalto la voce matura e piana di Nitti assecondata da un pianoforte, buona linea melodica sulla scia della tradizione. “Libero come l’amore” è, intuibilmente, una canzone d’amore dai toni un po’ più sostenuti rispetto ai due brani precedenti, scorre piacevolmente. “Un grido nel vento” ha un bel “giro” di chitarra, è una canzone dinamica ben strutturata, non indimenticabile. “Un uomo e un donna come te” riprende una dimensione più cantautorale, sempre sulla linea compositiva che ci riporta indietro di qualche anno, lineare e con un buon arrangiamento. “Emanuela” ha invece un testo un po’ banaluccio e l’insieme non risulta convincente neppure nel prosieguo dell’ascolto della canzone. “Dammi la pace” e “Tu vivi” scorrono tutto sommato piacevolmente, ma devo riconoscere che a questo punto qualche attimo di distrazione mi assale e fortunatamente arriva “Una ragione per vivere”, il pezzo che chiude il percorso di questo cd e che è musicalmente molto piacevole, ha un buon testo e viene interpretato con grinta e convinzione, agevolato da un ritornello che rimane. Sicuramente questo album guarda più indietro che non alla dimensione contemporanea, è un progetto che a suo modo vuole essere antologico e si percepisce questo intento brano dopo brano. Fabrizio Nitti ha il mestiere e l’esperienza per riuscire ad attualizzare ciò che attualissimo non è, anche come concezione compositivs. Le canzoni comunque si ascoltano piacevolmente con la consapevolezza di riscoprire, più che di scoprire.

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