FABIOLA ALL’ESORDIO CON LE SEI TRACCE DI “OUVERTURE”

“Ouverture” è il titolo dell’Ep che segna l’esordio discografico di Fabiola (al secolo Fabiola Poretti, originaria di Busto Arsizio, inizia a cantare giovanissima poi frequenta il CET – Centro Europeo di Toscolano di Mogol e l’accademia di musica MTS – Musical the School di Milano). Si tratta di un lavoro caratterizzato da sei tracce dalle quali emerge l’ottima vocalità di Fabiola e poco altro.

I brani sono stati scritti dalla stessa interprete in collaborazione con Giorgia Sudati. S’inizia con “Strade folli”, brano che ha una strana linea melodica e che arranca un po’, pur mettendo da subito in luce la voce di Fabiola.  Molto più convincente è “Ciò che rimane” anche dal punto di vista testuale, un buon andamento con la voce incorniciata in un arrangiamento molto discreto. “Farsi sorprendere” è una canzone transitoria e rinunciabile che rimane nell’ambito di un certa staticità. Più dinamico è invece l’andamento di “Niente da perdere”, un pop tutto sommato piacevole che Fabiola interpreta con convinzione e buon nestiere.  Arrivati a “Km. 36” si ha però la sensazione che forse sei brani in questo Ep siano un po’ troppi poichè a mano a mano che l’ascolto procede ci si ritrova immersi in una dimensione che risulta uguale a sè stessa, sempre ferma restando la convincente resa vocale che segna ogni canzone. E si approda al capolinea con “Resto a sentire”, forse il brano migliore del lavoro, il più “adulto”, pur essendo caratterizzato da una fruibilità più complessa; la struttura è nell’insieme convincente, forse valeva la pena rischiare qualcosa in più negli arrangiamenti. Il giudizio complessivo su questo progetto è una sufficienza risicata, soprattutto grazie alla bella voce di Fabiola che non dispone comunque di una timbrica particolarmente originale il che, aggiunto alla mediocrità delle canzoni, porta a riflettere sul fatto che questo lavoro non ha un solo guizzo che ne possa in qualche modo definire la cifra artistica. Servirebbero forse più personalità ed una scrittura più creativa per cercare di prendere le distanze dal calderone ove finisce la maggior parte di quelli che ci provano.

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