Educazione alla musica

E’ sabato mattina e decido di fare un giro con il telecomando sui canali satellitari che trasmettono musica :e mi ritrovo a passare da una “chart” ad un programma interattivo con dediche inviate via sms, poi capito su di un canale che trasmette “SOLO” musica rap, passo ad una hit list eseguita secondo le indicazioni del pubblico e finisco su “MTV all’ennesima” . Il risultato di questo mio girovagare semifestivo si traduce nell’ascoltare la medesima musica, proposta e riproposta: stessi ritmi, stessa vocalità, pur con esecutori diversi e perfino stessi testi , con pochissime eccezioni. Vicino a me il mio: bimbo: Alessandro, che ha tre anni e mezzo. Lui ama la musica fin da quando era piccolissimo, la ama tutta, non la distingue ancora, ma quando la ascolta balla, oppure prova a cantare, reagisce e questo lo farebbe per ore. Oggi no: balla qualche minuto poi mi chiede di andare al pc e di “mettergli la canzone del treno”. Si tratta di un vecchio motivetto commerciale, leggermente “rappato” degli anni 80: l’esecutore è Capitain’ Sensibile ed il pezzo e “WOT”. Già, anche per le nuove, nuovissime leve gli anni 80 vanno meglio, in quanto a musica, di oggi (e già in quel periodo la qualità non era certo eccelsa).

Secondo me occorre educare i nostri bambini ad ascoltare tutta la musica possibile, serve che ci mettiamo a giocare con loro e che..piano, piano riusciamo a far passare il concetto di qualità sonora, di qualità esecutiva . Trasmettere ai piccoli ed ai giovani il senso del piacere nell’ascoltare la musica. I conservatori nascono come fabbriche di operai della musica, di meri esecutori che fungevano da “giradischi” per allietare le feste nelle corti , ma non sono cambiati, non si sono aperti alla possibilità  di una creatività qualitativamente eccellente e finiscono per essere delle fabbriche di cd- players umani. Lo show business per contropartita impone stereotipi musicali qualitativamente poco originali, esecuzioni piatte e ripetitive e vocalità sempre uguali, per non parlare dei testi che sono a dir poco melensi, quando non volgari per sensazionalismo. La mia idea è quella di scrivere una serie di articoli su questa nuova rivista…articoli improntati alla pratica dell’educazione musicale. lL

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