DETTORI & MORETTI UN SODALIZIO CHE CANTA IL MONDO

Lavoro difficile, complesso, articolato, assolutamente estraneo a ogni circuito commerciale, per certi aspetti didattico, ma anche prezioso. Così si potrebbe definire l’album “S’incantu’e sas cordas” di Beppe Dettori e Raoul Moretti in circuitazione da alcune settimane.

Un lavoro attento, meticoloso, ostinato di ricerca musicale, ma anche di atmosfere, di suoni, di volti, in cui la chitarra e la voce di Beppe Dettori (è stato per alcuni anni la voce dei Tazenda, allorquando l’indimenticabile Andrea Parodi fu costretto dalla sua malattia ad abbandonare le scene) s’intrecciano con l’arpa dell’italo svizzero Raoul Moretti, musicista di levatura internazionale, direttore artistico del Festival Internazionale Arpe del Mondo. Un lavoro meditato che incontra tanti diversi universi musicali, da quello celtico a quello sudamericano, da quella mediterraneo sino al tradizionale sardo. Ogni traccia è una storia ed una scoperta ed ogni traccia esige attenzione ed offre l’opportunità di un coinvolgimento emotivo. Pressochè tutti i brani sono caratterizzati da introduzioni musicali ad ampio respiro che generano l’ambiente, anche dal punto di vista filologico, entro cui andrà a collocarsi il cantato. Anche brani più noti, come “Gracia a la vida” o quelli che compaiono nel trittico dedicato a Maria Carta, risentono di reinterpretazioni che ne modificano profondamente l’impatto, pur nel rispetto delle loro strutture originarie. Anche per questa ragione, al di là della forza esecutiva ed interpretativa di Dettori e Moretti, ogni brano è una scoperta ed a farsi coinvolgere nell’ascolto ci si ritrova in mondi lontani e diversi. Non si può dunque in questo caso parlare semplicemente di canzoni, bensì di un qualcosa che va oltre la semplice esecuzione e diviene conoscenza attraverso l’ascolto. Percorso difficile ed ambizioso, evidentemente possibile solo per chi ha alle spalle carriere artistiche consolidate.

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