CRANCHI, UNO SFOGLIO CANTAUTORALE

Ripercorre con attenzione quasi didascalica i passi e gli stili del cantautorato italiano più classico, questo lavoro di Massimiliano Cranchi, “Spiegazioni improbabili”, alla sua quarta prova discografica con il gruppo di musicisti che mutua il cognome del frontman come tutto nome: Cranchi, appunto.

 

 

Traccia dopo traccia, ci riverberano in mente e nelle orecchie i suoni, le atmosfere, le suggestioni che ci riportano a dei continui flash-back di De Gregori, qualche punta di De André, sfumature di Lolli. Su un reef di chitarra acustica, ripetitivo sino all’ossessione, si snoda il testo di “Spiegazioni improbabili sul metodo”, viaggio onirico, allegorico ed ermetico come certi componimenti deandreiani. Sia le musiche che le tematiche di “Malabrocca” ci portano invece vicinissimi a De Gregori. Forse persino un pochino troppo. Piiù personale la traccia precedente, “Ferrara” in cui l’ironia va a temperare le melanconie di un amore finito. Ironia che troviamo ben presente, sino a risultare caustica, in “Fa un caldo che si muore”, nitida e desolante istantanea di un ménage sentimentale che mostra la corda. E forse è proprio questo sottile filo ironico, che emerge e scompare come un rigagnolo carsico tra un brano e l’altro, a sorreggere l’insieme del lavoro, impedendogli di cedere eccessivamente verso tematiche e stili troppo appiattiti su una pur nobilissima e mai troppo rimpianta epoca cantautorale. Che però appartiene ormai ineluttabilmente al passato. Il risultato è una prova raffinata, di buon livello, piacevole ascolto ecapace di suscitare riflessioni non banali.

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