CORTECCIA: QUADRILOGIA TUTTA DA COMPRENDERE

Sperimentazione, ricerca, studio sui suoni, arte visiva, sensazioni vissute e vivibili, questo e ancora altro è il nuovo Ep dei Corteccia intitolato “Quadrilogia degli stati d’animo”. E come se poi le complicazioni non bastassero, va detto anche che questo Ep è il primo di tre quadrilogie che andranno a chiudere il progetto musicale e visivo pensato e realizzato dal duo composto da Pietro Puccio e Simone Pirovano, milanese il primo, brianzolo il secondo.

Un progetto, almeno a giudicare da questi primi quattro brani, lontano da ogni tentazione commerciale ed anche da ogni possibile dimensione d’immediata fruibilità. “Oasi”, prima delle quattro tracce, ha una strana cadenza che “rompe” il testo ed una linea melodica che si intravede solo nel ritornello. I suoni sono nell’insieme feddi, come lo è la voce. “Il silenzio danneggia” offre un po’ più di “respiro”, con una linea melodica più accattivante che attenua, ma solo in parte, la freddezza conferita soprattutto dalle strumentazionu digitali, delle quali si fa un uso un po’ eccessivo in questo lavoro. “Sono la montagna lontana”, certamente incuriosisce, ma non sposta di molto un giudizio che si va consolidando; tra l’altro, ciascuna di queste tracce è accompagnata da un video, poichè il video diviene la narrazione visiva di quanto i Corteccia vanno raccontando; interessante soprattutto perchè sono piacevoli le immagini, un po’ meno se si pensa di voler dare un senso ad una canzone affidandosi ad un supporto parallelo. E si va a chiudere con “Solidi”, il brano che più di altri sa farsi canzone, pur senza mai uscire da quella dimensione un po’ irreale che sostianzialmente caratterizza tutto l’Ep.  A voler essere un po’ cattivelli vien da dire che quando l’arte diventa troppo autoreferenziale rischia di divenire quasi incomprensibile. E chi si produce in queste dimensioni artistiche, rimane spesso a guardare con compatimento chi cerca di comprendere, ma non può comprendere un qualcosa che è frutto di un ricerca difficilmente condivisibile, semplicemente perchè non ce la fa quasi mai ad “arrivare” davvero. L’importante è esserne consapevoli.

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