COREACORE, LA ROMA PIU’ BELLA

Coreacore, con l’album “Lottoventisette”, per chi ama Roma perchè ci è nato o ci vive, ma anche e forse ancor di più, per chi la ama pur essendoci stato raramente e l’ha conosciuta attraverso la cinematografia, è come la freccia di Cupìdo. Sin dalla prima canzone, “La cortellata”, ci si sente trasportati in una dimensione nella quale convivono la forza, l’ambiguità, la speranza e la disperazione. E, certo, tanta parte del merito è da ricercarsi nella bellissima voce di Claudia Delli Ficorelli che, come si avrà modo di scoprire, brano dopo brano, queste canzoni non le interpreta, ma le vive.

 

Fatto ancor più strano se pensiamo che neppure una delle dieci tracce reca la firma della cantante mentre, tra gli autori, spuntano nomi come quelli di Franco Califano, Edordo De Angelis, Gabriele Serafini e collaborazioni come quella con il compianto Francesco Di Giacomo, già voce del Banco. E’ un album che parla soprattutto d’amore, cantato in romanesco, negli angoli di Roma. Un album che tratteggia personaggi e volti sconosciuti (“Nina si voi dormite”, “Lella”) oppure “I pini di Roma” o “Roma nuda” con forti iniezioni di poesia, come nel caso di “Io non piango”, piccolo capolavoro regalato alla forte interpretazione di Claudia Delli Ficorelli da Califano. Canzoni intense che solo ad un secondo ascolto consentono di apprezzare gli arrangiamenti determinanti, mai invadenti, studiati, mai forzati. Il limite di questo progetto è a ben pensarci la sua caratteristica più evidente, la sua “romanità” così fortemente voluta. Ma, ne siamo certi, è un limite che riesce ad ispirare un senso di appartenenza anche lontano da Roma.

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