CASABLANCA: “NOI CHE STAVAMO BENE” SEI TRACCE PER IL NUOVO EP

Dal loro album, “Il lato oscuro”, i Casablanca hanno ricavaro un Ep contenente sei tracce intitolato “Noi che stavamo bene”. E’ un lavoro caratterizzato da un rock a tratti aggressivo che trova nel progetto d’insieme un suo equilibrio e che risolve alcuni aspetti discutibili del rock contemporaneo (in primis la tendenza a soverchiare le voci con la musica), con un consolidato mestiere.

Il primo brano reca il titolo dell’Ep e conferma subito il rilievo di cui ho appena scritto; la voce è in equilibrio precario sulla musica, per altro in un contesto in cui la dimensione strumentale è interessante.  “Muore Milano” è allo stesso modo intrigante dal punto di vista musicale con un “giro” di chitarra un po’ ossessivo ma efficace; il testo s’intuisce interessante. “Siamo in America” con la partecipazione di Giusy Ferreri è uno dei due brani a mio avviso migliori del disco; una sorta di manifesto che pone in risalto le violenze e le contraddizioni dell’America, ben strutturato ed accompagnato anche da un buon video; Giusy Ferreri rappresenta certamente un valore aggiunto e dimostra di essere in assoluta sintonia con la band, il che contribuisce a rendere il tutto piacevole. “Il cane cieco” rappresenta invece una sorta di passo indietro, rispolvera il ruggito della chitarra, ma il brano non mi convince e credo che non sarebbe stato un sacrificio improponibile quello di lasciarlo fuori dal progetto. Convince e piace invece “Statua di sale”, canzone più rilassata e rilassante, con una buona linea melodica ancor più gradevole al secondo ascolto, buonissimi arrangiamenti ed un testo che finalmente arriva nella sua intierezza. E si va a chiudere con “Nella sete”, brano che vede la partecipazione di Alteria; è un rock pulito, l’inserimento di Alteria non muta le sorti del pezzo, s’intravedono alcune buone soluzioni musicali in un insieme un po’ caotico. Non male dunque questa proposta che pone in luce anche alcune individualità convincenti dando alla fine l’impressione di una band piuttosto completa e con una cifra artistica modulabile, ma definita. Come mi è capitato di scrivere per altre formazioni dedite al rock, soprattutto il rock più vivace, credo che la dimensione live sia più premiante di quanto non lo possa essere il semplice ascolto dell’Ep.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *