BIGO, IL SUCCESSO PASSA DALL’AUSTRALIA

Luca Grandotto in arte Bigo, è un cantautore di origini biellesi che, paradossalmente, ha dovuto trasferirsi in Australia per trovare fortuna in…Italia. Una storia la sua oer molti versi rocambolesca che rivela però come la strada giusta segua percorsi spesso tortuosi. Lo abbiamo incontrato in occasione di uno dei suoi molti concerti, fattisi impegnativi dopo le scalate alle zone alte delle classifiche di iTunes.

A giudicare da quanto sta avvenendo in questi ultimissimi mesi, soprattutto al riguardo dei tuoi piazzamenti nelle classifiche di iTunes, si potrebbe pensare ad una sorta di improvvisa e casuale esplosione di un personaggio. Ma, come sempre, dietro ad un successo ci sta parecchio lavoro. Ci vuoi raccontare il tuo percorso artistico?

Certamente! Ho iniziato a cantare e a suonare la chitarra acustica quasi per caso quando avevo 16/17 anni, con alcuni amici. Questa passione si è rafforzata quando sono entrato a far parte degli Shadows Hunter, una cover band di brani Metal e Rock. Abbiamo suonato insieme per qualche anno, ma le nostre vite ci hanno portato a separarci musicalmente, mantenendo per fortuna la nostra amicizia intatta. E’ da li che ho iniziato a guardarmi attorno, ad esplorare altri generi (come per esempio il blues ed il country) e a scrivere le mie canzoni ed i miei testi originali.

La scelta di cantare in inglese è strettamente legata al genere musicale che caratterizza le tue composizioni, oppure, come molti altri artisti, ritieni che la lingua inglese sia la più “cantabile”?

Bhe, è sicuramente una lingua molto musicale e versatile. Mi è sempre piaciuta e l’ho studiata sin dai tempi delle superiori, facendo pratica con la musica e con qualche “gita” all’estero ogni tanto. Ho sempre scritto in inglese, fin dall’inizio: nella mia testa parole e rime trovano spazio e ordine senza passare dalla traduzione dall’italiano. Mi viene spontaneo e naturale, non lo so spiegare in altro modo. Oltre tutto, visto che l’album che sto producendo riguarda in parte il capitolo australiano della mia vita trovo logico e sensato comporre i brani “sfruttando” questa lingua!

Tu sei sostanzialmente un cantautore che risente (correggimi se sbaglio) di influenze country e blues. Come nasce un tuo brano e quali sono gli elementi che più facilmente possono ispirarlo?

A dire il vero non ho uno schema preciso per comporre le mie canzoni: a volte è la melodia la prima a presentarsi nella mia mente e da li cerco di trovare un testo adatto. Altre volte invece parto da un concetto, un’idea o un immagine che si fissa nella mia testa, cercando di raccontarla e di descriverla a parole: la parte strumentale ovviamente arriva subito dopo. Anche l’ispirazione non gioca mai secondo regole fisse: capita che svanisca per settimane o mesi, per poi ripresentarsi all’improvviso, spesso in forme davvero inaspettate ed insolite! Ad ogni modo è la vita in generale con annessi e connessi il filo conduttore di tutto: è fonte di ispirazione e tema principale dei miei testi.

La scalata al successo di questi ultimi tempi è partita dall’Australia. Cos’è accaduto e perchè eri là?

Ero in Australia per cambiare vita, per guardarmi intorno, vedere con i miei occhi cosa c’è fuori dai confini della mia città e trovare nuovi stimoli per me stesso e per la mia musica. Ero già stato a Perth anni fa (nel 2006, avevo 17 anni) durante una vacanza studio: me ne sono innamorato e ho sempre voluto tornarci. Ci sono voluti tempo e fatica, ma alla fine mi sono deciso e ho attraversato l’oceano per ricominciare da zero: vita, lavoro, amici, una nuova città… tutto! il 19 Giugno, il giorno dopo aver compiuto 26 anni, ero nella mia casetta di alla periferia di Perth a pranzare con uno dei miei coinquilini. Ascoltavamo Tutto Esaurito, il morning show condotto da Marco Galli su radio 105: nonostante la distanza ho deciso inviare un sms per partecipare al PBM, l’usuale gioco musicale mattutino! Sono stato richiamato (con mio grande stupore) e dopo qualche chiacchiera ho detto a Marco che scrivo canzoni e che avrebbe potuto trovarle su internet… poco dopo stavo sentendo i miei stessi brani in diretta, con conseguente ondata di messaggi e notifiche dei vari social network! E’ stato a dir poco assurdo! Di li a poco ho deciso di rientrare in Italia e lavorare al mio primo disco solista a “casa mia” e con la “mia gente”… non posso nascondere che mi mancavano.

Cosa sta cambiando nella tua vita in questo periodo? Temi che possa trattarsi di un fuoco di paglia in una fase in cui affermarsi e consolidare la propria affermazione è sempre più difficile?

Nella mia vita stanno cambiando alcune cose in effetti: ogni tanto qualcuno mi riconosce, mi saluta e mi fa i complimenti. Anche se ancora oggi suona davvero strano, ho dei fans che mi seguono e mi supportano tramite Facebook e affini. Persino rilasciare interviste non è cosa da tutti i giorni… è davvero strano, ma allo stesso tempo molto bello e piacevole! Per passare al secondo punto della domanda: Anche se si trattasse di un fuoco di paglia non credo sarebbe un problema! Ovviamente mi si è presentata un’occasione da non perdere e si sta rivelando un’esperienza che mi sta dando davvero tanto, quindi voglio viverla fino in fondo e fare le cose il meglio possibile. Al di là di questo, se tutto “finisse” continuerei comunque a scrivere canzoni, a suonare e cantare… riprenderei la mia vita com’era prima facendo tesoro di ciò che mi ha trasmesso per com’è ora.

Cosa pensi dei talent, della musica indipendente e, in sostanza, di tutti quei percorsi che caratterizzano la vita di un artista estraneo al circuito delle major?

Mi capita di vedere video di provini ed esibizioni su internet, ma non sono un fan e non seguo i talent show. In tanti mi hanno detto che mi sarei dovuto presentare alle varie audizioni e provarci, ma non l’ho mai fatto. Faccio ciò che faccio per lo stesso motivo da anni: per il piacere di farlo, perché mi fa stare bene e mi diverte! C’è chi ci prova solo per soldi, fama e gloria (legittimo tra l’altro!) e chi invece per inseguire il proprio sogno. Io sto inseguendo il mio, ma percorro semplicemente una strada diversa. Sarà di sicuro più in salita di altre, ma alla fine, come per molte cose nella vita, tutto si riduce a diverse prospettive, punti di vista e alle scelte che uno compie per se stesso, siano esse giuste o sbagliate, condivisibili o meno e con le loro conseguenze.

 

A cosa stai lavorando in questo periodo?

Attualmente sto lavorando al mio primo disco, (un album indipendente ed auto prodotto) e

ho modo di realizzarlo SOLO grazie ad amici che mi stanno dando grande sostegno (Marco Peraldo in regia, Andrea Bertieri e Francesco Benotti alle chitarre, più qualche altro ospite ancora da svelare): mi rendo conto, ora ancor più che in passato, del poco spazio e del supporto ridotto nei confronti della musica indipendente oggi! Io stesso sarei forse rimasto “nell’ombra” se non avessi avuto l’enorme fortuna di avere qualcuno che ha creduto in me. La musica indipendente avrebbe solo bisogno di un po di considerazione, fiducia e di supporto in più.

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