TEARS FROM VENERE, ANCORA REPLICANTI

Risulta scoraggiante, talvolta, scrivere su queste pagine. In particolare quando, all’ascolto di un nuovo lavoro da recensire, non si riesce a riscontrare altro se non omologazione. Magari di buona qualità musicale (con questo s’intende tecnicamente ben suonata e non mal cantata) ma null’altro che ripetizione pedissequa di schemi, accordi, atmosfere, stili, sonorità. Tutto un repertorio di “già sentito, grazie”. E’ purtroppo il caso di questo lavoro del gruppo milanese Tears from Venere, “Temporary Lives”.




Un rock né troppo duro né troppo soft, con l’ormai immancabile tocco punk (com’è che il Punk è tornato così di moda, nelle nostre lande? Ormai lo si ritrova ovunque, come il prezzemolo). Frequenti, fragorose ed entusiastiche schitarrate elettriche, una voce “mediamente rock” dalla pronuncia inglese discreta pur se non eccellente ma, come quasi sempre accade nel panorama rockeggiante nazionale,  molto soffocata dalle schitarrate di cui sopra. Arrangiamenti dignitosi, che tentano anche di lasciar spazio a qualche apertura melodica, ma che alla fine non creano alcun risultato innovativo o in qualche modo memorabile. Insomma: sufficienti capacità tecniche messe al servizio di una mediocre creatività. Un lavoro che non lascia un segno, destinato purtroppo ad affondare, come moltissimi altri, nel totale anonimato. Suggeriamo di riprovare con un po’ più di idee e di coraggio.

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