ZUIN, L’AMORE E ALTRE COSE

L’anno che si è appena concluso ci ha regalato il debutto discografico di Zuin, anche se fa strano parlare di debutto per un artista che calca da tempo il palco ed è ha fatto diversi opening. È, a mio avviso, una buona scelta: testare la propria musica prima su chi ne usufruisce e poi lanciarsi nella giungla della discografia italiana.  “Per tutti questi anni” uscito per l’etichetta Volume! ci regala dieci tracce sincere e curate non solo nei testi ma anche musicalmente, con atmosfere delicate.

Il disco si apre con quei “Fantasmi” con i quali tutti prima o poi ci troviamo a confrontarci. Paure e insicurezze sono il leit motiv anche della successiva  “Io non ho paura” un brano che lancia un messaggio importante: ricordarsi che i sogni non hanno data di scadenza e che non bisogna mai accantonarli. Nella scrittura di Zuin i sentimenti hanno una rilevanza estremamente importante ed ecco “Monza-Saronno”, un’amicizia nata per caso ma che la vita poi divide. Ed all’amicizia si contrappone l’amore in “Hannah Baker”: un sentimento che per quanto possa far male, vale sempre la pena di vivere fino in fondo.  Al giro di boa l’atmosfera rallenta con “Credimi” in cui esprime i sentimenti di un figlio che subisce la separazione dei propri genitori. Ma la mancanza d’affetto di un genitore la si subisce anche se quest’ultimo si lascia sopraffare dal proprio lavoro come canta in “Oh mio Dio”. L’amore tossico cantato in “Sottopelle” ci porta piano piano verso le ultime tre tracce. Uno dei sentimenti che prevale in questo album è sicuramente la delusione ed un ulteriore conferma la troviamo in “Caro amico (ti sfido)” in cui urla la sua rabbia verso chi si è lasciato ingannare dal fascino dei soldi e del potere. “Il profumo di un albero” è il rapporto con la natura e della necessità di riappropriarsi di certi valori. L’album si chiude con “Bianco” il divorzio dei propri genitori vissuto da un giovanissimo Zuin. Se la copertina di un album può essere considerata il biglietto da visita delle tracce ivi contenute, quella scelta da Zuin è un magnifico quadro surrealista nel quale si ritrovano piccole immagini che rimandano ai dieci brani ascoltati. Non assumerà nel tempo il valore di un quadro di Dalì, ma “In tutti questi anni” è certamente un lavoro di tutto rispetto.

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