Nasce a Bologna, dall’incontro tra la cantautrice Marzia Stano (in arte Una), il duo d’artista TO/LET e Ilaria Mancosu un atelier artistico assolutamente particolare. Si chiama Elastico faART ed è un luogo insolito ove si costruiscono idee, musicali ma non solo. Abbiamo incontrato Marzia per meglio comprendere le caratteristiche di questo progetto. L’intervista che segue non intende in alcun modo essere uno “spot” pubblicitario, ma vuole dare voce ad un laboratorio di creatività dal quale potrebbero scaturite interessanti collaborazioni.
Dunque, innanzitutto spieghiamo che cos’è Elastico faART, come e quando è nata l’ìdea di questa sorta di “laboratorio multidisciplinare”. Di che si tratta?
Tutto comincia sempre da un sogno. Cresciuta con il mito della Factory di Wharol o della Bauhaus di Walter Gropius, ho sempre immaginato che un giorno avrei fatto parte di qualcosa che assomigliasse all’idea di una fabbrica dove le idee si trasformassero in esistenza.
Elastico faART è un luogo dove musica, arte e massa creativa comunicano indissolubilmente cerando un’energia tangibile, una dimensione altra. In concreto è una casa colonica che assieme a 3 amiche artiste e grandi lavoratrici, abbiamo trasformato nel proseguo evolutivo di quello che un tempo era lo Spazio Elastico di via dei Facchini a Bologna (galleria d’arte, art shop e show case live). Abbiamo dato vita a ciò che desideravamo da tempo, una struttura suddivisa su due piani in cui atelier, laboratori di arti applicate e residenze artistiche convivono con la produzione di eventi espositivi e di musica live. Non più solo una vetrina dunque ma un laboratorio di creazione. Un polmone, un cuore pulsante di materia artistica e di esperienze che da singolari diventano collettive.
Un progetto di questo genere a chi si rivolge? Pare di capire che non si tratti semplicemente di una sorta di insolito palcoscenico, bensì di un polo creativoaperto….
Elastico faART si rivolge ad un pubblico che vuole divertirsi conoscendo e condividendo un modo differente di fruire dell’arte e della musica. Si rivolge ad artisti visivi, a musicisti che fanno musica propria, a chi desidera presentare il proprio lavoro espressivo, in un luogo diverso da un club o un classico locale o da una semplice galleria d’arte. In oltre in previsione sono in programma anche corsi di formazione di produzione audio, musico terapia, stampa e serigrafia, e siamo una struttura convenzionata con l’Accademia di belle arti di Bologna.
Siete ai primi passi, ma un’idea di questo genere vive il presente con lo sguardo rivolto al futuro. Quali le prospettive o quali le speranze di prospettive?
Vivere il presente in ogni suo istante esprimendo tutto ciò che ci fa sentire vive. Dare spazio a chi ha qualcosa da dire con un suono o con un segno, offrire un tetto alle idee. Restare una realtà sostenibile, Bologna è diventata una città troppo cara e proibitiva, ma da noi questa tendenza sarà invertita, continuare a non trattenerci…Perché l’arte la musica in Italia stanno diventando sempre più opache e trattenute e il nostro obiettivo è quello di dare asilo al fermento.