UMBERTO TI. INCERTO IL CIELO E ANCHE L’EP

Quando di un cd la parte migliore risulta essere il package, allora c’è qualcosa che non funziona. E’ il caso dell’Ep di Umberto Ti., “Cielo incerto”. Cinque tracce che alla fine non riescono probabilmente ad esprimere ciò che l’autore ed interprete avrebbe voluto.

La sensazione, alla fine dell’ultimo brano, è che si sia al limiti dei Lea (in questo caso livelli essenziali di ascolto). S’inizia con “Cielo affollato”, brano che risente di una eccessiva profondità del suono, che interagisce con la voce, impedendo di cogliere sino in fondo i contenuti del testo. “Cielo incerto”, il brano che dà il titolo all’intero progetto, appare appena più convincente, anche se la voce, a tratti, litiga ancora con i suoni. “Non mi ricordo più il tuo nome” appare ripetititiva e caratterizzata da un testo in cui, tra l’altro, il mare paragonato alla panna montata lascia a dir poco perplessi. “Alibi” ha una ritmica cadenzata e noiosa ed è probabilmente il brano peggio riuscito dell’Ep. E si va a chiudere con “Angeli fantasmi”, che tenta un timido decollo con un raddoppio di voce, ma il testo è fragile e si giunge all’ultima nota con la sensazione di una prova complessivamente sfortunata.

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