Simona Barbieri McKenzie, un’italo-scozzese dalle forti radici

Curiosamente, un titolo italiano, “Ridatemi le nuvole” per un cd che contiene per la maggior parte pezzi cantati in inglese. Nulla di strano però, se si va a scorrere la biografia dell’autrice ed interprete, Simona Barbieri McKenzie, italo-scozzese, abituata sin dall’infanzia a viaggiare e risiedere in Paesi diversi.

 

Il risultato è una vena creativa sulle tonalità di un pop non particolarmente impegnativo, ma molto gradevole, dalle atmosfere eteree, con arrangiamenti raffinati e molto curati. Simona è anche autrice di jingle pubblicitari e colonne sonore, e quest’attitudine un po’ commerciale si percepisce, specie in alcuni tratti. I brani contenuti nel cd sono undici. Si apre con Escape, un pezzo che parla di libertà, e fa davvero pensare alla sigla iniziale di un film storico. Percussioni dal suono ancestrale, seguiti dalla voce molto celtica, limpida e tenera del tin-whistle ci fanno subito pensare a paesaggi verdi e romantiche avventure. Anche “May Mary Malone” apre con sonorità evocative, che si ampliano in un brano dai toni magici e romantici, mentre Colouring è una sorta di riflessione molto intima ed introspettiva. L’introspezione prosegue con “Floating Leaf”, che si apre col suono del pianoforte e di sapienti percussioni, e procede poi con un’orchestrazione ampia ed ariosa, molto gradevole. Un amore non ricambiato sembra essere l’ispirazione di “On My Hands”. L’apertura di “Your R” fa addirittura pensare in qualche modo allo stile degli U2 o dei primi Simple Minds: qui l’influsso scozzese e comunque anglosassone si sente moltissimo. Una dolcissima apertura di pianoforte e violini anche per “Stormy Weather”, carica delle sensazioni di un amore passionale. Il rapper Danti dei Two Fingerz è il co-interprete del brano “All’ultimo momento”, rappato in italiano, con l’apporto canoro in lingua inglese di Simona.  Una domanda ingenua… Ma perchè così tanti rappers italiani hanno la S con la “zeppola”? Che non sia un vezzo, a questo punto? Finalmente arriviamo al primo brano tutto in italiano, “Febbraio”, un pezzo carico di nostalgia. Il brevissimo brano strumentale che segue, “Cosmos”, è piacevole, ma rivela in modo un po’ troppo esplicito la sua origine di jingle commerciale. La canzone che chiude il lavoro, “Colorare il Cielo”, altro non è che la versione in italiano della terza traccia “Colouring”, che nella traduzione non perde nè guadagna nulla. Dunque un lavoro godibile e di facile ascolto, dicevamo, forse anche un tantino commerciale e “furbetto”: ciò non toglie piacevolezza all’album, anzi si può apprezzare l’abilità della professionista capace di evocare atmosfere suadenti con un uso sapiente di arrangiamenti, orchestrazione, e di una vocina dolcissima, che non raggiunge particolari virtuosismi canori, ma che sa come trasmettere emozioni. Il cd è pubblicato su etichetta FermentiVivi/Aereostella.

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