“SEASIDE” L’ALBUM DEI LETATLIN CON TROPPI INTEGRATORI

E’ da poco in circuitazione “seaside”, il nuovo e quinto lavoro discografico di Letatlin, formazione costituitasi a Roma alla fine degli anni ’90 con la realizzazione dei primi tre demo per approdare poi, nel 2020, all’inicisione dei primo album “Missili sul Giappone”.

Questo nuovo lavoro, preceduto dall’uscita del singolo “Don’t wink at me”, è caratterizzato da otto tracce che definirei sonorità elettro-industriali. Alla fine l’effetto d’insieme che ne scaturisce è quasi sempre piacevole, ma di musica vera se ne sente poca. Tanti, tantissimi effetti elettronici e suoni che spesso sembrano replicare il rumore di magli o di tante diverse macchine riconducibili a svariate attività industriali, con i loro suoni metallici e sempre uguali, qualche frase in inglese buttata lì, voci quasi sempre filtrate, accordi spesso ripetuti in modo quasi ossessivo. Questo è quanto a mio avviso si coglie se si ha la capacità e la pazienza di sezionare ogni brano per andare ad individuarne le sonorità non limitamdosi al solo effetto finale che, come dicevo poco sopra, risulta quasi sempre piacevole. Il brano su tutti che lascia spazio alla musica più “leggibile” come tale è “Picnic in the sun” che anticipa lo strumentale “A Body With Two Heads”, anche questo gradevole. Complessivamente si può dunque certamente parlare di un prodotto di piacevole ascolto soprattutto per chi ama uscire dagli schemi musicali più abituali, anche quelli più estremi e sperimentali. Personalmente continuo a preferire la musica priva di “integratori” di suoni.

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