E’ in circuitazione “La grazia invincibile”, il nuovo album di Schena, cantautore, chitarrista e bibliotecario biolognese che inizia il suo cammino musicale con un gruppo rock, esibendosi successivamente in diverse formazioni vocali e cori sino ad approdare, nel 2017, alla realizzazione del suo primo disco intitolato “Canzoni ad uso interno” ispirato alle opere del poeta Ernesto Ragazzoni; il primo singolo, “Occhi chiusi/occhi aperti” è del 2020 dal film “Ascoltati” di Andrea Recchia, che vincerà il premio per la miglior colonna sonora all’Oniros Film Festival di Aosta oltre ad essere selezionato per la miglior canzone originale al David di Donatello del 2021.
Il disco di cui mi accingo a parlare, ha avuto una gestazione lunga ed è partito nel 2022 dal brano “Poesia facile”; si tratta di un progetto complesso ed ambizioso che guarda alle opere di tre grandi poeti italiani vissuti tra l’800 ed il ‘900: Antonia Pozzi, Dino Campana ed Ernesto Ragazzoni. Le tracce dell’album, prodotto dal musicista William Duarte, sono dieci, il titolo è “La grazia invincibile” che esce per l’etichetta La Stanza Nascosta Records (abitualmente non citiamo le etichette discografiche, cosa che per altro credo che presto faremo, ma in questo caso la citazione ci sta perchè questa etichetta ha da sempre un rapporto speciale tra musica e poesia e quindi tra due diverse espressioni culturali che possono fondersi con esiti interessanti). Dico subito che questo lavoro di Schena non è un prodotto semplice, non lo è per la ricerca attraverso la quale ha dovuto passare prima di approdare al risultato finale e non lo può essere neppure dal punto di vista musicale, poichè deve necessariamente tener conto del “respiro” di un’altra dimensione artistica, che è quella della poesia. Come sempre, non amo dilungarmi in descrizioni forbite sulle origini ed i significati più reconditi di ogni brano per non trasformare quella che dovrebbe essere una recensione di canzoni in una sorta di antologia letteraria. Mi limito a dire che quasi tutti i brani in questione non hanno una linea melodica del tutto percettibile al primo ascolto, ma i testi “arrivano” gradevolmente e quasi sempre inseriti in contesti musicali estremamente accurati, rispettosi e coinvolgenti. Il cammino di chi ascolta non procede spedito, ma attento, anche a quelle che possono apparire le asperità di un incontro tra musica e poesia non sempre facile. Alcuni brani come “Prati”, “Il Porto” e “Le Cafard” risentono maggiormente di questi piccoli affanni, ma in realtà, non vi sono mai cadute il che, in un lavoro così difficile, è un notevole risultato. Personalmente i brani che preferisco sono “La nuvola”, tratto dai versi di Ragazzoni ed affidato all’intensa voce femminile di Margherita Valtorta, “Amore senza ritorno”, ispirato dai versi di Campana e con la chiosa ancora di Margherita Valtorta e “Rose sfogliate” anche questo tratto dai versi di Ragazzoni. S’intrecciano ricordi e nostalgie d’altri tempi che la voce pacata di Schena sa rendere musicalmente poetici ed in fondo la magia di questo lavoro è proprio questa. Attraverso le canzoni si scopre la poesia e l’album può certamente essere apprezzato da chi ama le composizioni in versi e il cantautorato, quello più autentico, al quale attingono le radici musicali di Schena.